Ufficiali di polizia cinese pattugliano fuori l'ambasciata della Corea del Nord a Pechino

Non roviniamo tutto con Pyongyang

Redazione

Il regime ha messo in moto i colloqui, la stabilità asiatica dipende da questo

Sull’incontro tra il leader nordcoreano Kim Jong-un e il presidente cinese Xi Jinping in questi giorni si è speculato molto, ma la verità è che sappiamo pochissimo di quel che succederà nei rapporti tra Pechino e Pyongyang. E pochissimo sappiamo anche dell’incontro –  sempre se avverrà – tra Kim e il presidente americano Donald Trump. Sulle questioni nordcoreane, e su quel che succede in quell’area del Pacifico, la storia ci insegna che è bene dividere la propaganda e la diplomazia dai fatti e dai risultati. E un primo risultato, importantissimo, è arrivato ieri, durante il meno mediatico incontro tra i ministri dell’Unificazione di Corea del nord e Corea del sud. E’ stata infatti ufficializzata la data esatta del prossimo summit intercoreano, che si svolgerà il 27 aprile nella Casa della pace, dal lato sud di Panmunjeom, sulla Zona demilitarizzata.

     

L’incontro tra il presidente sudcoreano Moon Jae-in e Kim Jong-un, se ognuno farà la sua parte, sarà un momento di estrema importanza per la normalizzazione dei rapporti della Corea del nord con il resto del mondo. Dopo aver attraversato il confine con la Cina durante il suo viaggio verso Pechino, molto probabilmente il 27 aprile prossimo vedremo il leader Kim Jong-un attraversare a piedi il 38° parallelo per entrare nella Casa della pace: un gesto che sarà carico di significati. Sin dal 1953, anno della firma dell’armistizio tra le due Coree proprio in quel prefabbricato sulla linea di confine, ci sono stati soltanto altri due summit intercoreani: in entrambi era stato il presidente sudcoreano di turno a essere “costretto” ad andare a raggiungere Pyongyang.

 

  

E’ la prima volta che un incontro simile si svolge in territorio sudcoreano. Non sappiamo ancora il perché di tutte queste concessioni da parte della Corea del nord, da anni piegata dalle sanzioni economiche poste dal Consiglio di sicurezza dell’Onu. E se l’apertura al dialogo va presa con cautela, gli sviluppi degli ultimi mesi hanno indubbiamente avuto delle reazioni a catena positive: perfino il primo ministro giapponese, Shinzo Abe, adesso sta cercando un incontro con Kim. Chissà che non sia davvero la volta buona.

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