Screenshot dell'intervista tra la video blogger Laetitia Birbes e Jean-Claude Juncker

Il sonno dello “youtuber”

Redazione
Il piccolo scandalo dell’intervista a Juncker e gli opinion maker digitali.

Nella bolla brussellese delle istituzioni europee è scoppiato in questi giorni il piccolo scandalo di Laetitia Birbes, giovane stellina di YouTube che, chiamata a intervistare il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker in un evento indirizzato al pubblico giovane, ha accusato YouTube e l’Unione europea tutta di aver cercato di censurare le sue “domande scomode”. Un addetto di YouTube mi ha minacciato se avessi fatto domande scomode, ha detto la giovane Birbes in un… video su YouTube pubblicato (anche su Facebook) nello stesso giorno in cui il video originale dell’intervista era postato sui canali ufficiali della Commissione, con tutte le “domande scomode” al loro posto: la solita solfa trita su Luxleak, Goldman Sachs e glifosato da cui Juncker si è liberato con mestiere.

 

 

Nel post Bratislava, dopo gli scossoni dati dalle conferenze stampa disertate, i media ieri parlavano tutti di Birbes, il cui caso innocuo mostra l’avanzata, ancora non abbastanza considerata, di un gruppo di opinion maker digitali che hanno tutti lo stesso comun denominatore: un seguito immane e la totale impreparazione. Laetitia ha “solo” 66 mila follower su YouTube, ma sono quasi due milioni i giovani che seguono sulla stessa piattaforma Louis Cole, giovane inglese che il mese scorso è stato invitato dal regime nordcoreano in un classico tour di propaganda dopo il quale, completamente impreparato, ha pubblicato video visti da milioni di giovani in cui ha descritto uno dei più feroci regimi del mondo come un paradiso gentile e mal rappresentato dall’occidente. Casi simili sono così tanti da non poter più essere contati. Il sonno dello youtuber genera mostri, e milioni di persone lo stanno a guardare.

 

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