Il premier francese Manuel Valls (foto LaPresse)

Anche Valls si schiera contro il burkini: “È la traduzione di un progetto politico di contro-società”

Redazione
Il premier francese appoggia i sindaci anti-velo e si rivolge alla comunità musulmana: “Respingere la versione mortifera dell’islam”. Intanto arrivano le prime multe sulle spiagge di Cannes.

In un'intervista al quotidiano Provence, il premier francese Manuel Valls ha dichiarato di “comprendere” e “sostenere” i sindaci che nei giorni scorsi, dalla Corsica al Pas-de-Calais, hanno deciso di vietare l’uso del burkini, una sorta di velo integrale da spiaggia, “incompatibile con i valori repubblicani francesi”. Il premier ha dichiarato che l’esecutivo non legifererà in materia ma ha detto di “comprendere le ragioni dei sindaci che hanno imposto il divieto se sono motivati dalla volontà d’incoraggiare la convivenza, senza retropensieri politici”.

 

Il primo ministro ha aggiunto che “le spiaggie, come tutti i luoghi pubblici, devono essere preservati da rivendicazioni religiose. Il burkini non è una nuova gamma di costumi da bagno o una moda. È la traduzione di un progetto politico, di contro-società, fondata sulla sottomissione della donna. Le autorità musulmane devono anch’esse condannare il velo integrale, condannare quegli atti di provocazione che creano le condizioni di uno scontro”. Manuel Valls ha lanciato un appello alla calma e si è rivolto in particolare alla comunità islamica, chiedendo loro di rinnegare l'aspetto mortifero della loro religione e ricordando le recenti espulsioni di 82 imam che predicavano l’odio.  

 

Intanto sono arrivate le prime sanzioni per il burkini: secondo Le Parisien, tre donne sono state multate per una quarantina di euro sulle spiagge di Cannes – la prima città a opporsi al velo da spiaggia. Altre sei bagnanti col burkini sarebbero state richiamate all’ordine e avrebbero lasciato la spiaggia senza fare resistenza né essere verbalizzate. Dopo essere stato licenziato dal tribunale amministrativo di Nizza, il "Collettivo contro l’islamofobia", che contesta la legalità del divieto deciso dal Comune di Cannes, attende ora una decisione del Consiglio di stato.