Una manifestazione di solidarietà per i blogger uccisi in Bangladesh (foto LaPresse)

Gli assassini del Bangladesh

Redazione
Un’intervista descrive lo sprofondamento del paese nell’islamismo

La buona notizia, quanto meno, è che il governo del Bangladesh si è deciso, dopo quasi due anni, a confermare l’evidente: l’ondata di omicidi violenti contro blogger laici, volontari delle ong, tra cui il cooperante italiano Cesare Tavella, figure religiose non islamiche di spicco, sono opera del terrorismo islamico. Non era così scontato: dei 39 omicidi in due anni (tre soltanto a giugno), molti erano stati derubricati come opera di gruppi di opposizione da parte di un governo laico ma timoroso di irritare la bellicosa componente islamista della società. Ancora pochi giorni fa, ambiguamente, il ministro della Casa citava come responsabile degli attacchi un complotto internazionale di cui farebbe parte, ovviamente, anche Israele. In un’intervista al New York Times, il capo dell’unità antiterrorismo della polizia del Bangladesh, Monirul Islam, non solo ha cercato di fare chiarezza su alcuni dei principali mandanti degli omicidi, ma ha anche fornito particolari inquietanti sul processo di radicalizzazione in corso nel paese. Secondo Monirul Islam, i due gruppi responsabili degli attacchi sarebbero Ansar al Islam e una formazione meno conosciuta, Jama’atul Mujahedeen Bangladesh.

 

Entrambi hanno acquisito molta influenza, reclutando e addestrando miliziani che sono stati poi disposti in varie cellule dormienti. Questa versione ha ancora alcuni punti oscuri, non tiene conto, per esempio, del fatto che lo Stato islamico e al Qaida hanno rivendicato alcuni degli omicidi. Il problema, secondo Monirul Islam, è che gli islamisti stanno riuscendo nel loro intento di progredire la radicalizzazione islamica del paese, retto dal 2009 da un governo che tollera la diversità religiosa. “In generale, la gente pensa che (i terroristi) abbiano fatto la cosa giusta, che non sia ingiustificabile uccidere” i blogger, gli attivisti gay e i sostenitori della laicità. I processi di reclutamento sono iniziati tra i giovani delle università, che sono stati gli assassini della prima vittima, il blogger laico Thaba Baba, e oggi gli islamisti sono riusciti a far passare il loro messaggio in tutto il paese, tanto che il governo adesso è sulla difensiva, ha condannato gli attacchi ma ha accolto parte delle richieste degli estremisti, dichiarando illegale la propaganda del “sesso non naturale”, e secondo gli analisti si trattiene dal colpire più duro i miliziani per timore di una reazione generale. E’ così che un paese sprofonda nell’islamismo.