Mobilitazione "Abbattere le frontiere", del movimento NoBorder, al Brennero (foto LaPresse)

Disordine senza frontiere

Giuliano Ferrara
Si eclissa la politica di potenza come fattore di equilibrio, si svalutano confini ed eserciti. E’ guerra mondiale a pezzi, dice il Papa. Ma solidarietà e misericordia non sono l’esito scontato. Sud del mondo e risveglio islamico.

Le formule, in particolare le formule politiche o geopolitiche, sono sempre un po’ vacue. La “fine della storia” e lo “scontro di civiltà” non fanno eccezione. Dicono troppo, spiegano troppo, concludono troppo da premesse instabili e in movimento. Tuttavia si può negare che i mercati mondiali aperti abbiano indirettamente realizzato il sogno antico e rinascimentale della monarchia universalis, da Roma a Carlo V? Tramonta mai il sole sull’impero anonimo della finanza e dello scambio? La storia è dinamica, frammentazione, ricomposizione, ma ora vediamo un elemento sferico, planetario, che unifica il tempo e le forme di vita attraverso la tecnologia, la comunicazione e il dislocamento universale di uomini e merci. E che senso hanno più le frontiere e le identità? Le civiltà sono a contatto, scivolano le une nelle altre, da oriente a occidente, da nord a sud, e l’ipotesi di un loro scontro, di un incastro senza soluzione combinatoria, non equivale a quella di una loro convivenza multiculturale e interreligiosa. Non equivale, oggi. Prevale.

 

Papa Francesco vede una guerra mondiale a pezzi. Presumo voglia dire che vanno ricollegati e connessi strettamente tra loro episodi e fenomeni come: guerre civili, guerre di setta in nome di Dio, guerre nazionali, atti di terrorismo jihadista, commercio delle armi, crisi della multilateralità efficiente come alternativa all’unilateralismo, esplosione di sviluppo in mezzo a persistenze di miseria, dinamiche demoscopiche folli, egoismi risorgenti, desolidarizzazioni su base popolare, finanziarizzazione dei conflitti come degli scambi eccetera.

 

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  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.