Il direttore dell'Europol Rob Wainwright alla conferenza stampa di ieri con il commissario europeo alle Migrazioni, Dimitris Avramopoulos, e il ministro olandese della Sicurezza e della Giustizia, Ard

Come cambia l'intelligence europea ai tempi dell'Isis

Giulia Pompili
Prove tecniche di Unione. I servizi segreti si scambieranno informazioni al'Ectc dell'Europol, per evitare un altro "buco nero" delle informazioni

Gli attentati di Parigi del 14 novembre hanno accelerato il processo di creazione di un corpo d’intelligence europeo. Fino allo scorso anno, soltanto 14 dei 28 stati dell’Unione europea aderivano al programma di scambio di informazioni dell’Unione e la cooperazione internazionale dei servizi segreti aveva mostrato tutta la sua inadeguatezza nei momenti successivi all’attacco di Parigi da parte dei terroristi.  E’ per questo che, nel novembre scorso, Bruxelles aveva annunciato l’immediata creazione di un dipartimento per il coordinamento delle intelligence guidato dall’Europol, l’Ufficio europeo di polizia con sede all’Aia.  Ieri ad Amsterdam, mentre i ministri degli Interni dei 28 paesi dell’Unione, riuniti in un vertice informale, si scontravano sulle regole di Schengen e per la sicurezza, il direttore di Europol, l’inglese Rob Wainwright, ha inaugurato il nuovo Centro per l’antiterrorismo europeo (Ectc).

 

“Insieme, siamo più sicuri”, ha commentato su Twitter Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo per le Migrazioni, gli affari interni e la cittadinanza, che era presente alla conferenza stampa insieme con Ard van der Steur, ministro della Giustizia olandese e presidente di turno del Consiglio europeo. Anche Tony Gardner, ambasciatore americano nell’Unione europea, ha detto che l’America è “pronta a lavorare con l’Ue per combattere il terrorismo”. L’Alto rappresentante dell’Unione europea per la Politica estera, Federica Mogherini, non era presente al vertice.

 

Wainwright, che ha guidato anche l’Ncis inglese in passato e che il 13 novembre aveva parlato di un “buco nero dell’intelligence europea”, ha spiegato ieri le ragioni per cui un coordinamento dei servizi segreti anche con entità esterne all’Unione europea può essere determinante nella lotta al terrorismo: “L’Isis sta sviluppando nuovi metodi di combattimento capaci di portare attacchi ovunque, ma con un focus particolare sull’Europa”. Wainwright ha citato il lungo report degli analisti di Europol pubblicato ieri, nel quale si rileva che “Ci sono tutte le ragioni per aspettarsi altri attacchi in Europa, in particolare in Francia, da parte dell’Isis, di gruppi che si ispirano all’Isis o di altri gruppi terroristici di ispirazione religiosa”. E poi: “Non ci sono prove concrete per affermare che i terroristi usino sistematicamente il flusso di migranti per entrare in Europa”, ma  “un pericolo reale e imminente è la possibilità che alcuni tra i rifugiati siriani diventino vulnerabili alla radicalizzazione”. (Leggi le otto pagine di report, qui).

 

[**Video_box_2**]L’Ectc sarà guidato da Manuel Navarrete, colonnello della Guardia civil spagnola molto noto a Madrid per aver combattuto per quarant’anni il terrorismo basco. Navarrete, che guiderà un team di una trentina di persone, ha spiegato oggi in un’intervista al Mundo che una prima task force europea d’emergenza era stata istituita il giorno dopo gli attacchi di Parigi, “si chiamava Task force Fraternité” per sostenere belgi e francesi nelle indagini. “Abbiamo capito che dovevamo migliorare ciò che abbiamo e integrare le nostre capacità con lo scambio di informazioni con gli Stati Uniti, la Svizzera e l’Australia, ma soprattutto con i paesi del Mediterraneo come Tunisia, Marocco, ecc”. A parte gli attacchi di lupi solitari, secondo l’Europol e Navarrete oggi assistiamo a un cambio di strategia dell’Isis, con “una forma più strutturata del terrorismo”: ci sono gruppi di 9-10 persone che sanno coordinarsi, c’è una gerarchia, degli ordini da rispettare, “possiamo dedurre che l’Isis ha rafforzato la sua leadership e sa esercitarla. Ma è terribilmente difficile prevedere quando, come e dove”. Il centro antiterrorismo di Europol mira a minare sia l’aspetto della propaganda estremista, attraverso una squadra di cyber sicurezza, sia l’analisi dei traffici illeciti che contribuiscono alle finanze dei terroristi. “Il terrorismo è un parassita. Trae vantaggio da qualsiasi debolezza”, ha detto Navarrete, spiegando che la crisi umanitaria dei rifugiati è , senza dubbio, una debolezza.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.