Un drone americano "Predator"

La campagna segreta dei droni di Obama in Siria

Luca Gambardella
Gli Stati Uniti hanno condotto attacchi nel paese contro lo Stato islamico con operazioni congiunte di Cia e Pentagono

Gli Stati Uniti hanno lanciato un’offensiva contro i vertici dello Stato islamico in Siria con raid segreti di droni militari. A occuparsi delle operazioni, secondo uno scoop del Washington Post, sono i servizi segreti della Cia e il Joint Special Operations Command (Jsoc) e l’obiettivo è colpire i ranghi più alti degli islamisti, i più anziani nella catena di comando. Funzionari del governo hanno rivelato al giornale americano che le prime operazioni segrete hanno già ucciso Junai Hussain, un 21enne britannico, militante dello Stato islamico e considerato una delle menti del sofisticato sistema di comunicazione e media del Califfato. Gli inquirenti americani sospettano che il giovane abbia anche avuto un ruolo nella sparatoria di Garland, in Texas, quando lo scorso 3 maggio due uomini aprirono il fuoco a una mostra di vignette sul profeta Maometto.

 

La vera novità dei nuovi raid segreti degli Stati Uniti è la partecipazione congiunta del Centro antiterrorismo della Cia, specializzata nella raccolta di informazioni, e del Jsoc, un Comando congiunto delle operazioni speciali che risponde al dipartimento della Difesa. Entrambi sono attivi oggi anche in Yemen e Pakistan contro islamisti e talebani, dove però le missioni dei droni sono parallele e scollegate tra loro. Cia e Jsoc avevano collaborato in passato in Afghanistan tra il 2006 e il 2008, nell’ambito di missioni hit&run identificate come “Programma Omega”, con cellule attive in Iraq, Afghanistan e Yemen. I membri dei team operavano in abiti civili e si muovevano su fuoristrada, soprattutto al ridosso della frontiera tra Afghanistan e Pakistan. L’esperimento fu interrotto quando alcuni ex componenti di queste unità cominciarono a parlare alla stampa di vittime civili e di errori nell’individuazione dei target. I Navy Seal furono prosciolti ma le missioni congiunte con la Cia finirono lì. Sia i servizi segreti sia il comando del Pentagono hanno una larga esperienza nella guerra al terrorismo islamico: il Jsoc coordinò il raid di Abbottabad in cui fu catturato Bin Laden, mentre il Centro antiterrorismo della Cia fu il primo nucleo specializzato e completamente dedicato alla cattura di militanti di al Qaida.

 

I recenti raid congiunti in Siria dimostrano la preoccupazione dell’Amministrazione Obama per l’espansione dello Stato islamico nella regione ma al tempo stesso rischiano di ritorcersi contro la Casa Bianca. Parte del Congresso e dell’opinione pubblica americana criticarono la segretezza delle missioni della Cia che prevedevano l’impiego dei droni. Da allora, Obama ha più volte cambiato idea. Per garantire maggiore trasparenza, il presidente americano decise di limitare le funzioni militari dei servizi segreti e di trasferire al Pentagono la competenza esclusiva delle missioni con i droni. Nella direttiva del maggio 2013, però, Obama aveva aggiunto un’eccezione (molto criticata) che permetteva ancora alla Cia di compiere attacchi in Pakistan in caso di “minaccia imminente”.

 

[**Video_box_2**]Un’eccezione ritenuta non sufficiente sia dai membri della Commissione del Senato per l’intelligence, sia dai vertici di Langley, che avevano espresso dubbi sulla scelta di affidare il programma dei droni al solo dipartimento della Difesa. Le vittime civili e la segretezza delle operazioni, d’altronde, non si arrestarono nemmeno allora. Nel dicembre 2013, un drone americano, in una missione sotto la responsabilità dal Pentagono, uccise in Yemen 13 civili innocenti che festeggiavano un matrimonio e che il dipartimento della Difesa credeva terroristi. Anche la Cia però è finita nuovamente sotto accusa dopo il raid fallito in Pakistan lo scorso 15 gennaio, quando un suo drone impegnato in una missione segreta nel Waziristan colpì un covo di militanti di al Qaida al cui interno erano reclusi due occidentali, l’americano Warren Weinstein e l’italiano Giovanni Lo Porto.

 

Il risultato, ora, è questo modello ibrido, dove la Cia identifica il target e il Pentagono finalizza l’attacco. Secondo i funzionari sentiti dal Washington Post, le missioni congiunte dei droni in Siria fanno parte della più ampia strategia ideata dal direttore John Brennan, che prevede un potenziamento del Centro antiterrorismo della Cia per colpire i canali di comunicazione dello Stato islamico.

  • Luca Gambardella
  • Sono nato a Latina nel 1985. Sangue siciliano. Per dimenticare Littoria sono fuggito a Venezia per giocare a fare il marinaio alla scuola militare "Morosini". Laurea in Scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia. Ho vissuto a Damasco per studiare arabo. Nel 2012 sono andato in Egitto e ho iniziato a scrivere di Medio Oriente e immigrazione come freelance. Dal 2014 lavoro al Foglio.