Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen (foto LaPresse)

Abu Mazen a Roma. Non solo Vaticano.

Redazione
Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese ha un'agenda fitta nella capitale. Oggi incontrerà il premier Renzi. Domani il Papa.

Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, è giunto questa mattina a Roma per una serie di incontri con autorità politiche e religiose. In queste ore Abu Mazen parlerà prima con il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, poi con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Quindi, alle 16, sarà a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Secondo le anticipazioni, fra i temi in discussione ci sarà ovviamente il possibile riconoscimento dello Stato palestinese, dopo le due mozioni approvate dal Parlamento italiano il 27 febbraio, quella del Pd che impegna il governo a "promuovere" il riconoscimento dello Stato palestinese e quella di Area popolare-Scelta civica, fatta propria dall'esecutivo, che lega il riconoscimento dello Stato palestinese al raggiungimento di un'intesa tra le fazioni di Fatah e Hamas (quest'ultima controlla la striscia di Gaza).

 

Da domani, invece, gli impegni Oltretevere. E' attesa per domani l'udienza da Papa Francesco e poi domenica la canonizzazione di suore nate nella Palestina ottomana dell'Ottocento. In Vaticano Abu Mazen avrà modo di approfondire l'intesa appena conclusa tra Palestina e Santa Sede sull'accordo globale per libertà di azione della Chiesa, giurisdizione, statuto personale, luoghi di culto, questioni fiscali che costituisce secondo alcuni osservatori costituisce un ulteriore riconoscimento da parte vaticana verso lo Stato di Palestina.

 

[**Video_box_2**]Questa settimana il Foglio, in un editoriale, ha commentato così la notizia: "Oggi il Vaticano poteva permettersi di prendere tempo, adducendo numerose ragioni, prima fra tutte l’esposizione globale di Israele alla tagliola della umma islamica. Per sessant’anni, dopo che lo stato ebraico ottenne l’indipendenza nel 1948, il Vaticano ha adottato una politica diplomatica che non prescindesse dal raccordo anche con i nemici di Israele: non riconoscimento totale della statualità ebraica. Nonostante l’accettazione da parte di tutte le nazioni occidentali, compreso all’inizio il blocco comunista, il riconoscimento reciproco tra Israele e Vaticano è avvenuto solo nel 1993. La chiesa cattolica ieri ha avuto un po’ troppa fretta nel riconoscere questo fantomatico “Stato di Palestina”. Si tratta di qualcosa in più di un semplice errore politico".

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