Nigel Farage e Ed Miliband (foto LaPresse)

La giornata delle dimissioni inglesi. Miliband, Farage e Clegg sconfitti e ai saluti

Redazione
Dopo la sorpresa delle elezioni britanniche, con i sondaggi smentiti e la vittoria senza sbavature dei conservatori del premier David Cameron, tra gli sconfitti è iniziata la parata delle dimissioni.

Dopo la sorpresa delle elezioni britanniche, con i sondaggi smentiti e la vittoria senza sbavature dei conservatori del premier David Cameron, tra gli sconfitti è iniziata la parata delle dimissioni, arrivate prima ancora della fine definitiva dei conteggi. Il leader laburista Ed Miliband si è dimesso a metà giornata assumendosi la “totale e assoluta responsabilità della sconfitta” che ha visto i laburisti perdere 25 seggi rispetto alle ultime elezioni e piazzarsi distanti secondi dietro ai conservatori con 229 seggi contro 325 del partito di David Cameron. Miliband ha ringraziato il popolo britannico (e le fan del Milifandom, l’iniziativa su Twitter che elogiava il fascino del leader del Labour) e ha chiesto scusa al Labour per il suo insuccesso come leader del partito, ma ha detto che “la lotta continua”. Le sue dimissioni diventeranno effettive nel pomeriggio, e fino a che non sarà eletto un successore sarà Harriet Harman, per un breve periodo nel 2010 leader dell’opposizione in Parlamento, a sostituirlo.

 

Poco prima dell'annuncio di Miliband anche Nigel Farage, leader di quell’Ukip che fino a pochi mesi fa doveva essere la grande rivelazione di queste elezioni, aveva lasciato l'incarico. L’Ukip ha conquistato solo un seggio al Parlamento, e lo stesso Farage è rimasto fuori da Westminster, sconfitto nella sue constituency dallo sfidante conservatore. C’entra la legge elettorale inglese: l’Ukip è il terzo partito con il 12,6 per cento dei consensi totali, ma la legge uninominale, che ha visto il partito al secondo posto in circa 120 constituency, ha quasi azzerato il consenso di Farage. Il leader dell’Ukip ha scritto su Twitter che “non vede l’ora di una meritata vacanza”, ma non ha escluso di presentarsi di nuovo come leader del partito al prossimo congresso interno.

 

Si è dimesso anche Nick Clegg, leader del Partito liberaldemocratico che ha perso 47 seggi in queste elezioni. Clegg già dalla prima mattina aveva definito “crudele” la notte elettorale per il suo partito, e nel suo discorso di dimissioni ha detto che il voto è stato un “colpo devastante”. Il leader liberaldemocratico era visibilmente commosso mentre parlava, ma ha rivendicato l’operato dei Lib-Dem al governo (in coalizione con i conservatori): “Abbiamo avuto il coraggio di farci valere in un momento di crisi”, ha detto Clegg.