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L'estinzione del manager spiega la riduzione dell'uomo a dato

Non ci sono più i manager di una volta, anzi, a dirla tutta, non ci sono più i manager. Christopher Mims, cronista tecnologico del Wall Street Journal, ha visitato una manciata di startup e ha studiato gli organigrammi alla ricerca dei manager di medio livello e ha trovato un grande vuoto: di manager ce ne sono sempre meno.

New York. Non ci sono più i manager di una volta, anzi, a dirla tutta, non ci sono più i manager. Christopher Mims, cronista tecnologico del Wall Street Journal, ha visitato una manciata di startup e ha studiato gli organigrammi alla ricerca dei manager di medio livello, pilastri della tradizionale organizzazione aziendale, e ha trovato un grande vuoto: di manager ce ne sono sempre meno, e non perché le loro funzioni di gestione e analisi siano obsolete, piuttosto le mansioni sono state ridistribuite a impiegati di livello minore che non hanno magari l’esperienza e lo stipendio dei loro predecessori, ma possono svolgere le stesse funzioni grazie all’accesso ai dati. E’ il dato il motore che muove il business, e se ieri il dato richiedeva sforzi, costi e competenze particolarmente rilevanti per essere estratto, ordinato, messo nel contesto e interpretato, oggi la sofisticazione degli strumenti tecnologici permette potenzialmente a chiunque di leggere e interpretare le informazioni su cui un’azienda basa le strategie e imposta la pianificazione. Poiché è il bene più prezioso di cui una compagnia dispone, il dato veniva sempre protetto con involucri di responsabilità, incarnati dai manager che detenevano le chiavi d’accesso alla miriade di informazioni ottenute con investimenti esorbitanti e che dunque dovevano essere opportunamente protette. L’impiegato semplice non aveva accesso a quelle che non per caso che si chiamano banche dati.

 

Nelle startup si assiste all’evoluzione di concetti e categorie che per decenni hanno dominato il modo di fare affari, innanzitutto la perdita di significato del ruolo del manager. Scrive Mims: “Le startup sono più agili di quanto siano mai state, soprattutto grazie a una diversa struttura manageriale che spinge il processo di decision-making verso la periferia dell’organizzazione, verso le persone che hanno il compito di tirare avanti le operazioni quotidiane dell’azienda. E ciò che rende possibile questa gerarchia relativamente piatta è che gli impiegati semplici hanno accesso illimitato a dati che un tempo erano difficili da ottenere, oppure richiedevano manager per essere interpretati”. Ora tutti sanno tutto. La crescita dei software che analizzano informazioni è andata a braccetto con il processo di semplificazione della loro fruizione, tanto che spesso per comprendere e pianificare non solo non servono più manager ma non servono nemmeno i “data scientist”, figure che a un certo punto sembrava dovessero rimpiazzare qualunque funzione all’interno delle aziende. Molte startup hanno una gerarchia dirigenziale forte ad alti livelli, e da lì si salta direttamente agli esecutivi, caricati di responsabilità e poteri da sempre riservati ai superiori, mediatori fra i piani alti e l’open space.

 

[**Video_box_2**]Uno dei vantaggi di questa struttura semplificata, e girata in senso orizzontale dall’accesso libero ai flussi di informazione, è che anche un dipendente di livello minore ha gli strumenti per proporre al presidente una certa strategia di marketing o il riposizionamento di un prodotto, giustificando le proprie idee con la moneta sonante dei dati, non facendo leva sui gradi e sull’anzianità, misure che non necessariamente garantiscono le soluzioni più efficaci. I manager scompaiono perché nell’epoca della scomposizione di qualunque cosa in dati facilmente analizzabili chiunque è un potenziale manager. Il dilemma filosofico dietro l’evoluzione professionale rimane tuttavia intatto: davvero tutto si può scomporre in dati facilmente analizzabili, dai comportamenti dei consumatori online all’algoritmo di OkCupid che ci accoppia all’anima gemella? Forse non tutto degli esseri umani può essere diviso e analizzato con dispositivi matematici, motivo per cui esperienza, sensibilità, intuito, capacità di sintesi – caratteristiche del manager – non vanno mandate in pensione troppo in fretta.

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