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Editoriali

“Fuori dal mio spettacolo”. Gli spettatori ebrei non si sentono sicuri in un teatro di Londra

Redazione

E' successo al Soho Theatre, nella capitale inglese. Mentre a Davos spunta un cartello che dice che non si noleggiano sci e slittini “ai nostri fratelli ebrei”

E’ successo che in un sabato sera dell’anno 2024 uno spettatore ebreo al Soho Theatre, piccola venue molto di moda del centro di Londra, sia stato invitato a lasciare il suo posto da un attore di Belfast, tale Paul Currie, al grido di “fuori dal mio spettacolo”, seguito da altre formulazioni più colorite dello stesso concetto a cui si sarebbero uniti anche altri spettatori, per essersi rifiutato di applaudire la comparsa sul palco di una bandiera palestinese.

Davanti all’atmosfera terrificante e ostile, un altro spettatore ebreo, in compagnia di moglie e amici, ha deciso di lasciare la sala a testa bassa perché “non ci sembrava sicuro rimanere”, visto che “ci siamo sentiti minacciati e isolati” dopo che la sala intera aveva applaudito la bandiera, arrivata insieme a quella dell’Ucraina, e non aveva reagito davanti al trattamento  dello spettatore cacciato via con questi toni. Ne hanno parlato subito al personale del teatro, che ha avuto una reazione spenta all’inizio, salvo poi emettere un comunicato di prammatica dicendosi “rattristati”. Tutto è successo a pochi minuti dalla fine di uno spettacolo di stand up muto, una “esperienza non verbale” intitolata “Schtoom” – parola yiddish, chissà se si può gridare all’appropriazione culturale – quando Currie, barba da vichingo, chioma rossa fluente e stile “assurdista”, ha invitato il pubblico ad alzarsi e ad applaudire le bandiere e a inneggiare al cessate-il-fuoco con tutta la veemenza del caso.

Sempre di questi giorni la notizia che a Davos, altro luogo non periferico né particolarmente oscurantista, è comparso (e poi scomparso) un cartello che dice che non si noleggiano sci e slittini “ai nostri fratelli ebrei” perché poi tocca andarli a recuperare sulle montagne, sempre che non siano stati rubati come capita sempre. Anche lì scuse, figurarsi, antisemiti noi, mai, sono loro che fanno casino e ci sono stati incidenti. Qualcuno l’ha definito giustamente “un nuovo livello di audacia”.  

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