Ansa

Editoriali

Il glifosato assolto, capitolo ennesimo. Pure l'Efsa smonta i pregiudizi pseudo ambientalisti

Redazione

L’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) “non ha individuato alcuna area di preoccupazione critica in relazione al rischio” che il glifosato “comporta per l’uomo, gli animali o l’ambiente”. Ora l’Italia da che parte sta?

L’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) “non ha individuato alcuna area di preoccupazione critica in relazione al rischio” che il glifosato “comporta per l’uomo, gli animali o l’ambiente”. E’ questo l’esito della revisione paritetica della valutazione del rischio che l’organizzazione con sede a Parma ha condotto su una sostanza chimica fondamentale in molti erbicidi, che tuttavia è stata oggetto in questi anni di numerose e infondate accuse e contestazioni. Non si tratta della prima sentenza di assoluzione: nel 2022 l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) aveva concluso che il glifosato non può essere classificato come sostanza cancerogena (il Foglio, 3 giugno 2022). Allo stesso risultato era arrivata, anni prima, l’Organizzazione mondiale della sanità. E anche negli Stati Uniti si sono succedute svariate pronunce che hanno discolpato il glifosato, inclusa la Food and Drug Administration. Attualmente il glifosato è autorizzato nell’Unione europea fino al 15 dicembre 2023, data entro la quale dovrà concludersi il processo di valutazione.

 

Cosa resta da fare? L’Efsa ha individuato alcune lacune nei dati, che pertanto hanno lasciato in sospeso diverse questioni. Una volta terminata l’analisi, i suoi esiti saranno trasmessi alla Commissione e agli stati membri i quali dovranno finalmente decidere se consentire l’uso di questo erbicida (visto che non vi sono evidenze scientifiche in senso contrario) oppure cedere al populismo agricolo che ne chiede la messa al bando. Adesso la palla passa in mano a Bruxelles e agli stati. La Commissione cammina su una fune tesa perché i governi sono divisi. Alcuni avevano tentato addirittura di introdurre divieti a livello nazionale, ma hanno dovuto fare retromarcia. Il governo Meloni, che alla sicurezza alimentare ha dedicato addirittura un ministero, dovrà scegliere da che parte stare: con chi vede nel bando al glifosato lo strumento per un nuovo protezionismo pseudo ambientalista oppure con la scienza e la crescita della produttività dell’agricoltura italiana ed europea.
 

Di più su questi argomenti: