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Da primo stato a proibirlo a difensore del glifosato. Chapeau, Macron

Nel 2017 la Francia aveva promesso il totale stop all’utilizzo dell'erbicida entro il 2020. Oggi chiede alla Commissione di rinnovare il permesso di commercializzazione, sulla base di una corposa analisi sul fitofarmaco

Si dice - o almeno lo diceva George Bernard Shaw - che "chi non può cambiare idea non può cambiare nulla". E allora chapeau al presidente francese Emmanuel Macron, per un dietrofront che gli fa onore, poiché basato non su preconcetti ma su valutazioni scientifiche attendibili. 

 

Era il 2017 e il Comitato permanente dell’Unione europea per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi (Paff) confermava il via libera all’uso del glifosato in agricoltura. All'epoca Macron, che era stato appena eletto presidente, aveva promesso il totale stop all’utilizzo dell'erbicida entro il 2020. Poi, proprio nel 2020, aveva cambiato strategia, puntando sugli incentivi agli agricoltori per dimezzarne l’uso. Ora, invece, la Francia è entrata a fare parte dell’Assessment group of glyphosate (Agg) e, insieme a Ungheria, Paesi Bassi e Svezia, chiede alla Commissione di rinnovare il permesso di commercializzazione. Le autorità dei quattro paesi membri hanno stilato una bozza molto corposa (undici mila pagine) di analisi sul fitofarmaco, recapitata il 15 giugno sulle scrivanie dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa). Secondo il documento il glifosato non è cancerogeno, mutageno né tossico per la riproduzione. Vengono confermati solo i gravi danni agli occhi umani e la tossicità per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata. 

 

A settembre l’Efsa e l’Echa daranno il via alle consultazioni pubbliche su questa relazione, dopodiché l’Echa darà il suo parere sulla classificazione della sostanza e l’Efsa, sulla base di tutte queste evidenze, emetterà il suo verdetto. La parola passerà poi alla Commissione Ue, chiamata a decidere se rinnovare oppure no l’utilizzo del l'erbicida dopo il 2022. L’autorizzazione europea del 2017 durava infatti cinque anni: la scadenza è fissata per il 15 dicembre 2022. In questi mesi le istituzioni comunitarie ricominciano quindi il processo di valutazione per un'eventuale rinnovo. 

 

Nel 2017 l’Echa aveva classificato il glifosato come una sostanza tossica e pericolosa sia per l’uomo che per l’ambiente, soprattutto per gli ecosistemi marini e fluviali, prendendo però le distanze, insieme a Efsa, da quanto sostenuto nel 2015 dalla Iarc, l’Agenzia internazionale sul cancro, che attribuiva al pesticida possibili capacità cancerogene. Echa ed Efsa avevano espresso prudenza sottolineando come la loro valutazione fosse più inerente alla tossicità della sostanza e non sulla sua cancerogeneità.

 

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