In nome della stabilità, l’Italia chiede all'Europa di sostenere la Tunisia per arginare il flusso di migranti. Ma se il paese africano non farà marcia indietro dalla strada dell’autocrazia, la richiesta di Roma rischia di essere un boomerang,
La richiesta dell’Italia all’Unione europea di apportare un sostegno incondizionato al presidente tunisino, Kais Saied, per arginare il flusso dei migranti rischia di essere un boomerang, se la Tunisia non farà marcia indietro dalla strada dell’autocrazia. E’ questa la risposta che si sentirà dire Antonio Tajani quando parteciperà al Consiglio Affari esteri dell’Ue lunedì. Il tema della Tunisia sarà uno dei principali punti all’ordine del giorno. Il Servizio europeo di azione esterna guidato da Josep Borrell ha presentato un documento per strutturare la discussione su come ricalibrare le relazioni con la Tunisia, il principale partner dell’Ue nel mondo arabo. Ma le preoccupazioni di altri partner – come Germania e Paesi Bassi – riguardano più la situazione politica ed economica che quella dei migranti. Saied ha realizzato un colpo di stato costituzionale per attribuirsi i pieni poteri. Ha avviato la repressione del dissenso. Ha lanciato una campagna xenofoba contro gli africani subsahariani.
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