Il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il presidente tunisino Saied (Ansa)

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Per molti paesi dell'Ue appoggiare il presidente tunisino Saied è un errore

Redazione

In nome della stabilità, l’Italia chiede all'Europa di sostenere la Tunisia per arginare il flusso di migranti. Ma se il paese africano non farà marcia indietro dalla strada dell’autocrazia, la richiesta di Roma rischia di essere un boomerang,

La richiesta dell’Italia all’Unione europea di apportare un sostegno incondizionato al presidente tunisino, Kais Saied, per arginare il flusso dei migranti rischia di essere un boomerang, se la Tunisia non farà marcia indietro dalla strada dell’autocrazia. E’ questa la risposta che si sentirà dire Antonio Tajani quando parteciperà al Consiglio Affari esteri dell’Ue lunedì. Il tema della Tunisia sarà uno dei principali punti all’ordine del giorno. Il Servizio europeo di azione esterna guidato da Josep Borrell ha presentato un documento per strutturare la discussione su come ricalibrare le relazioni con la Tunisia, il principale partner dell’Ue nel mondo arabo. Ma le preoccupazioni di altri partner – come Germania e Paesi Bassi – riguardano più la situazione politica ed economica che quella dei migranti. Saied ha realizzato un colpo di stato costituzionale per attribuirsi i pieni poteri. Ha avviato la repressione del dissenso. Ha lanciato una campagna xenofoba contro gli africani subsahariani.

 

La Tunisia è sull’orlo della bancarotta e ha bisogno di un salvataggio del Fondo monetario internazionale, ma Saied rifiuta le riforme chieste in cambio del prestito. La rivoluzione del Gelsomino, che aveva innescato la primavera araba nel 2011, è un ricordo lontano: le speranze di allora hanno lasciato il posto alla disperazione sociale e al boicottaggio delle urne. L’Italia vuole sostenere Saied, nella speranza che l’uomo forte porti stabilità e blocchi le partenze. Ma per Germania e Paesi Bassi, il trade-off tra “stabilità” e “democrazia” non esiste. “Se la situazione democratica continuerà a deteriorarsi, se ci sarà un collasso economico, se non ci sarà il Fmi, la Tunisia non andrà verso la stabilità e potrebbe esserci un’ondata molto più ampia di migrazione”, ha spiegato al Foglio un diplomatico dell’Ue. L’Italia farebbe bene ad ascoltare il consiglio dei partner dell’Ue. Salvo voler rischiare di ritrovarsi con una crisi migratoria dalla Tunisia molto più grave.

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