Roberto Cingolani (Ansa)

Editoriali

Il nucleare di Cingolani per Conte

Redazione

Gli obiettivi del Mite contro i tweet di Grillo. Giuseppi con chi starà?

A prendere per seri capricci che seri non sono, a volere credere insomma che davvero la contrarietà sul termovalorizzatore romano non sia pretestuosa ma invece motivata da un sincero afflato futuristico, verrebbe  da dire che Giuseppe Conte dovrebbe approvare allora senza indugi l’orientamento che Roberto Cingolani si appresta a confermare: quello, cioè, sul nucleare a fusione. Il Mite sta infatti per pubblicare il “Piano per la transizione ecologica”, nel quale proprio questa tecnologia viene considerata fondamentale per conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione. “La fusione nucleare – sta scritto nel dossier – rappresenta la sfida di lungo termine che la comunità scientifica sta affrontando da tempo con l’obiettivo di arrivare nella seconda metà del secolo a una tecnologia capace di produrre grandi quantitativi di energia elettrica, decarbonizzata e sicura”.

 

E non si tratta certo di una rivoluzione. “E’ un processo – prosegue il documento del Mite – già avviato con alcuni progetti internazionali nei quali anche l’Italia ha un ruolo di rilievo, sia finanziario che scientifico e industriale”. Ora, per un Movimento che il 2050 lo ha inserito perfino nel suo simbolo, non dovrebbe esserci nulla di più auspicabile che un investimento simile. Se non fosse  che Beppe Grillo, noto esperto di fisica delle particelle oltreché di geopolitica, sei mesi fa ha definito tutto ciò “una favola”. E non in senso positivo. “La produzione di elettricità dalla fusione nucleare sarà molto probabilmente così costosa e così complessa che non diventerà mai economicamente sostenibile. Non sarà una fonte di energia commercialmente competitiva e certamente nemmeno pulita”. E non a caso, quando Cingolani evocò questa tecnologia, Conte inscenò addirittura una piazzata al Mise, con tanto di delegazione di governo al seguito, per “chiedere un chiarimento”. Il chiarimento arriverà nelle prossime settimane, con la pubblicazione del Piano per la transizione ecologica. E si capirà se lo spirito progressista di Conte è solo “una favola”.  

 

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