EDITORIALI

Un proporzionale contro i populismi

Redazione

Una nuova agenda per non essere più subalterni al M5s. Ascoltare Guerini

Mentre i partiti della destra sembrano ossessionati dalla scadenza elettorale, che vorrebbero anticipare il più possibile, il Pd sembra voler rimuovere i problemi legati a questo appuntamento che, in ogni caso, dovrà affrontare entro il 2023. Non si tratta, naturalmente, di avviare la campagna elettorale politica con grande anticipo, ma di predisporne le condizioni. Il primo punto è il sistema elettorale, la cui eventuale riforma deve essere incardinata o almeno discussa già ora. Converrebbe ritornare a un sistema proporzionale, che lascia più libero il gioco politico e può registrare meglio i cambiamenti, in parte già avvenuti, in parte auspicabili, nella dialettica politica grazie alla fase di ampia collaborazione governativa in corso. Il Pd continua a ondeggiare tra vecchie nostalgie maggioritarie legate al bipolarismo dell’altro ieri e comprensione realistica dell’interesse oggettivo per il proporzionale: è ora che si dia una mossa.

L’altro elemento che va chiarito è il profilo con cui il partito intende presentarsi all’elettorato, che deve essere il più netto possibile. Invece di baloccarsi con ipotesi irrealistiche come la candidatura di Mario Draghi alla testa di una coalizione con i 5 Stelle (ma solo pochi mesi fa si parlava di un analogo ruolo di Giuseppe Conte, e si è visto com’è andata a finire), il Pd dovrebbe sottolineare la sua autonomia e riaffermare che il candidato premier è il segretario del partito. Lo ha detto venerdì scorso, alla festa dell’Unità di Bologna, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini al direttore Claudio Cerasa, e ha ragione da vendere. Mimetizzarsi dietro improbabili coalizioni offusca l’immagine e l’impegno programmatico del partito, mentre questa è la fase della competizione, leale e democratica, tra forze che però mettono in evidenza le distanze e le differenze, senza demonizzazioni ma anche senza confusioni o indulgenze. Il momento delle trattative verrà dopo le elezioni in base al risultato di ciascuno, non prima.

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