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il piano industriale

Per rafforzare la difesa europea, uniamo le forze nell'industria. L'auspicio di Cingolani (Leonardo)

Mariarosaria Marchesano

"Servono grandi coalizioni per fare in modo che i cittadini europei abbiano il meglio della sicurezza e della tecnologia". Le sfide e i limiti da superare secondo l'amministratore delegato che ha presentato agli investitori il piano industriale

La capacità dell’Europa di consolidare la sua difesa militare passa anche attraverso alleanze industriali nei settori degli armamenti, dell’elettronica, della cybersicurezza e dello spazio. Insomma, servono fusioni e regole antitrust più flessibili. E’ questo l’auspicio espresso dall’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, in occasione della presentazione alla comunità degli investitori internazionali del piano industriale 2024-2028. “Lo scenario geopolitico mondiale impone un nuovo paradigma della sicurezza globale – ha detto Cingolani – dove vogliamo giocare un ruolo proattivo nell’evoluzione dell’industria della difesa”.

Non è la prima volta che Cingolani punzecchia l’Antitrust. A febbraio aveva già detto, in sostanza, che quest’istituzione, che è stata concepita per garantire la libera concorrenza, non tiene sempre conto del fatto che l’Europa deve competere con Cina, Stati Uniti, India e Giappone, e che quindi, con le sue regole rigide, può indebolire e non aiutare le imprese dell’area. E così è ritornato sul punto: “In alcuni settori non pensiamo all’Antitrust: facciamo grandi coalizioni per fare in modo che i cittadini europei abbiano il meglio della sicurezza e della tecnologia”.

Il piano di Leonardo si pone obiettivi ambiziosi - ordini complessivi a 105 miliardi, ricavi a 95 miliardi, redditività a doppia cifra nel 2026 e raddoppio dei flussi di cassa a 1,35 miliardi al 2028 - che potranno essere raggiunti sia facendo evolvere il modello di business sia facendo leva su possibili alleanze con operatori del settore, come ad esempio quella in atto con Fincantieri.

Nessuna conferma, invece, è arrivata sul fronte delle acquisizioni dopo che sono circolate voci di contatti in corso di Leonardo con Exor per comprare Iveco Defence. Leonardo è tra i gruppi dell’industria europea della difesa che maggiormente hanno beneficiato delle nuove prospettive che si sono aperte con il crescendo di tensioni geopolitiche degli ultimi anni. Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, febbraio 2022, il titolo Leonardo ha praticamente raddoppiato il suo valore sul mercato azionario, con una performance (più 100 per cento) che è stata anche di 20-30 punti superiore a quelle delle dirette concorrenti, come la tedesca Rheinmetal e la francese Safran. 

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