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editoriali

Il conto troppo salato delle rinnovabili

redazione

Dal 2010, gli incentivi di base sono costati 140 miliardi. Cosa non torna

Ieri, il ministro dell'Ambiente Pichetto Fratin, rispondendo a una interrogazione di Azione alla Camera, ha fornito qualche numero relativo alle diverse forme di incentivi per le rinnovabili e ai costi “esterni” che le accompagnano necessariamente visto il loro carattere intermittente. Fino ad oggi i vari conti sull'energia iniziati nel 2010 ammontano a 141 miliardi ed un'altra cinquantina sono previsti a fine corsa. A cui vanno aggiunti in 20 anni altri 6,8 per le comunità energetiche e altri 6, per il momento, per l’agrifotofoltaico. A questi vanno aggiunti, ancora, i costi per adeguare le reti, fondamentalmente per trasportare l’energia elettrica dal sud dove sono localizzate la maggior parte di fonti rinnovabili verso il nord e il centro. Fanno altri 37 miliardi. Poi ci sono gli accumuli, fondamentalmente batterie, ma qui Pichetto Fratin prende un abbaglio. Cita i dati GSE per gli accumuli distribuiti di cui si occupa lo stesso GSE, ma dimentica i grandi accumuli previsti da Terna per circa 80 GWh. Tutto insieme il costo arriva facilmente a 35 miliardi entro il 2030. Tutte voci che peseranno sulle bollette di famiglie e imprese. Rimane poi da capire come si intenda fare fronte al deficit di capacità che oggi fa dipendere la domanda di punta dell’Italia dalle importazioni nucleari soprattutto dalla Francia, visto l’aleatorietà di molte rinnovabili in caso di maltempo o, nel caso dell’idroelettrico, di siccità.

Anche il mitico superbounus 110 è fuori dai conti di Pichetto Fratin, ma occhio e croce i 2 GW di solare installato e le batterie associate dovrebbero essere costati almeno altri 6 miliardi. Questi non saranno nelle bollette ma a carico del debito pubblico. Tutto questo nel momento in cui i costi delle rinnovabili sono crollati e, come ripetono spesso i sostenitori più accesi, sono oggi la fonte più conveniente. Ma i casi sono solo due. O è vero e quindi non si capisce la ragione di ulteriori incentivi o non è vero e qualcuno mente. Ma anche in questi caso per quanto vogliamo tutti bene alle rinnovabili il conto appare onestamente troppo salato. 

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