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Meloni e Giorgetti guardano con fiducia all'Ecofin, tra Patto di stabilità e Pnrr

Francesco Bercic

Dopo l'incontro con Scholz e l'ultimo contatto di Fitto con la Commissione europea il vertice di dicembre dei ministri delle Finanze spaventa meno l'Italia. Si va verso la liquidazione della quarta rata e il via libera alle modifiche del Piano

Si avvicina la resa dei conti sui due dossier che, da mesi, vedono impegnato il governo in Europa: da una parte la riforma del patto di Stabilità, le nuove regole di bilancio che dopo l’interruzione causata dalla pandemia segneranno il quadro fiscale dei paesi membri per gli anni a venire, dall’altra la rimodulazione del Pnrr presentata ad agosto di cui si attende l'approvazione da parte dei tecnici della Commissione europea. I due giorni cruciali per l’esito delle trattative sono il 7 e l'8 dicembre, quando i ministri delle Finanze europei si ritroveranno a Bruxelles per tentare l’accelerazione finale sul patto di Stabilità. In quell'occasione, per l'Italia arriverà anche l'approvazione definitiva sul fronte del “nuovo” Recovery. Sul tavolo c’è infatti anche la quarta rata da 16,5 miliardi, che il governo vorrebbe incassare entro l’anno. Ma procediamo con ordine.

Fra due settimane esatte si capirà anzi tutto se e quanto il vertice di ieri a Berlino fra governo italiano e tedesco sia stato effettivamente utile, come lascia intendere l'ottimismo di Palazzo Chigi, a raggiungere un’intesa sulla nuova governance fiscale che soddisfi entrambi i paesi, scongiurando così l’ipotesi di un ulteriore rinvio al Consiglio europeo del 14 dicembre, che tuttora non si può escludere. Le parole del cancelliere tedesco Olaf Scholz, che assicura di non voler “imporre, o meglio costringere, l’austerity agli altri paesi” e afferma che “mai prima d’ora siamo stati così vicini a una soluzione”, sommate all’entusiasmo di Giancarlo Giorgetti, fanno ben sperare. Ma a mancare ancora, e non è certo un dettaglio di poco conto, sono i numeri: la soglia su debito e deficit che poi i singoli governi dovranno rispettare.

A fare da mediatrice fra le richieste oltranziste dei paesi frugali e quelle di maggiore flessibilità da parte degli stati più esposti è la presidenza spagnola guidata da Nadia Calviño, probabile futuro vertice della Banca europea per gli investimenti (Bei). La bozza che verrà discussa all’Ecofin di dicembre è pronta e accoglie al suo interno alcune istanze del governo italiano – ad esempio nella classificazione delle spese per la difesa, considerate “investimento prioritario” – mentre lascia in sospeso alcuni punti decisivi come la quota minima di calo annuo del debito cui dovrà adeguarsi ogni paese membro. In sostanza, come riporta il Sole 24 ore, la proposta della presidenza spagnola prevede la stesura da parte di ogni stato di un piano di politica economica quadriennale che, per i paesi con deficit superiore al 3 per cento, includerà una “traiettoria tecnica”, cioè un percorso di decrescita graduale del debito che verrà concordato singolarmente con ciascun membro, tenendo conto delle sue caratteristiche e dei rischi connessi. Un piano che potrà essere allungato o comunque rivisto a condizione di presentare una serie di riforme e investimenti che fungano da garanzia dell’impegno a diminuire il debito. Su questi contorni proseguirà allora il negoziato a Bruxelles fra quattordici giorni.

Diverso il discorso per il Pnrr. Ieri il ministro degli Affari europei, Raffaele Fitto, si è di nuovo recato nella capitale belga rinunciando a presenziare il summit tedesco. Secondo quanto riporta La Stampa, Fitto avrebbe ottenuto già una prima approvazione del “nuovo” piano italiano e il via libera del pagamento della quarta rata. In questo caso i problemi emersi sono di natura diversa e riguardano i tagli apportati ad alcuni progetti da parte del governo. Tagli che per la Commissione europea devono essere motivati da evidenti ritardi o incompatibilità con gli obiettivi del Next Generation Eu e dei quali quindi alcuni sindaci lamentano l’illegittimità. L’Ue ha proceduto in questi mesi alla valutazione caso per caso e si vedrà a breve con che risultato. Nei prossimi giorni, o all’Ecofin di dicembre.

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