Editoriali

L'Ance parla di “ostilità” contro il settore dopo 150 miliardi di bonus

Redazione

Dopo miliardi spesi in incentivi ora l'associazione nazionale dei costruttori edili parla di tassazione "ingiustificatamente punitiva"

È quasi paradossale che sia un governo di destra, da sempre schierato a difesa della “sacralità della casa”, a essere tacciato di aumentare le tasse sugli immobili. Ma è esattamente l’accusa lanciata in audizione sulla legge di Bilancio dall’Ance che parla di un aumento della tassazione “ingiustificatamente punitiva”: “Dalla relazione tecnica – sostiene l’associazione dei costruttori edili – emerge un consistente aumento del prelievo fiscale dal settore immobiliare, quantificato in circa 1,9 miliardi di euro” attraverso misure che, secondo l’Ance, “rivelano un’ostilità ingiustificata” nei confronti di chi ha usufruito dei bonus edilizi. In realtà, la somma di 1,9 miliardi di cui parlano i costruttori è riferita al triennio e non è affatto un aumento di tasse. Almeno per oltre il 90 per cento. Infatti, circa 1,8 miliardi riguardano l’aumento dall’8 all’11 per cento della ritenuta a titolo di acconto  sui bonifici per le spese agevolabili con i bonus edilizi. Si tratta, in sostanza, dell’aumento di un anticipo delle imposte che  sicuramente inciderà sulla liquidità delle imprese, ma che altrettanto sicuramente non comporterà un aumento della tassazione.

È vero che ci sono maggiori tasse, come l’aumento dal 21 al 26 per cento della cedolare secca, ma si tratta di 26  milioni in tre anni. E comunque non è ciò che interessa davvero i costruttori. Il vero obiettivo dell’attacco dell’Ance al governo è ottenere l’ennesima proroga sul Superbonus, una misura costosissima e che è stata giudicata inopportuna anche dal presidente di Confindustria, a cui è affiliata la stessa Ance. In democrazia il lavoro di ogni portatore di interesse è legittimo, ma è davvero paradossale che siano i costruttori a lamentarsi di un aggravio di imposte da 26 milioni in tre anni. Perché il settore negli ultimi tre anni è stato il massimo beneficiario della spesa dello stato. Tra Superbonus, Bonus facciate e altri ecobonus vari, dal 2020 al 2023 lo stato ha speso circa 150 miliardi di euro. Parlare di “ingiustificata ostilità” nei confronti dei bonus edilizi è davvero grottesco.

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