Tra nuove assunzioni e attenzione alle dipendenti donne, il modello Poste è un caso di studio

Parte il piano per stabilizzare la posizione di 2.100 portalettere. Il gruppo dal 2017 a oggi ha assunto circa 26 mila persone. La presenza femminile supera il 53 per cento. E il 90 per cento delle lavoratrici rientra dopo il congedo di maternità (la media italiana è solo del 18)

Quello del lavoro è un dossier sempre caldo, tanto più in questo momento, tra il dibattito sul salario minimo e le preoccupazioni dei comuni per lo stop al reddito di cittadinanza. E mentre l'Istat comuinica che il tasso disoccupazione scende al 7,4 per cento in Italia, per giugno 2023 rispetto al mese precedente, gli esempi positivi non mancano. Poste Italiane, che è quasi un caso studio, ha avviato un ampio piano di assunzioni di nuovo personale qualificato e dal 2017 a oggi ha assunto circa 26 mila persone. E ora Poste sta avviando un ampio programma per stabilizzare la posizione di lavoro di 2.100 portalettere. Assunzioni in vista anche per il settore energia, finanza, assicurazioni e anche per il progetto Polis.

  

Entro la fine dell'anno i postini il cui contratto sarebbe scaduto nei prossimi mesi verranno assunti a tempo indeterminato, con orario part time. Ma sarà solo il primo passo per una serie di investimenti nel personale. Per le stabilizzazioni, quindi, nell'ultimo trimestre di quest'anno si realizzerà l'accordo sindacale siglato lo scorso 22 giugno 2023. Secondo le disponibilità fornite dai lavoratori ci saranno 1.156 stabilizzazioni al centro-sud, le altre 944 al nord. L'azienda sta valutando un numero consistente di nuove assunzioni nel biennio 2024-2025, puntando sempre di più sull'innovazione. La ricerca soprattutto punta soprattutto sulle cosiddette professionalità Stem, legate all'ingegneria informatica, alla fisica e alla matematica. Si proseguirà anche nella conversione già in atto di alcuni contratti part time in full time e nei piani di mobilità territoriale volontaria.

   

Il gruppo Poste, fa sapere la stessa società, è il primo datore di lavoro in Italia, con circa 120 mila dipendenti, presenti in ogni angolo del paese, e appartenenti a quattro diverse generazioni di cui il 53 per cento di genere femminile. È infatti donna il 44 per cento dei componenti del cda e il 46 per cento dei quadri e dirigenti. In rosa anche il 59 per cento dei direttori dei circa 12.800 uffici postali, la rete sulla quale l’azienda ha costruito la sua storia e la sua forza.

      

E sempre a proposito di argomenti di dibattito di grande attualità, anche sui temi che ruotano attorno a natalità e genitorialità, il gruppo è un modello incoraggiante. Il 90 per cento delle lavoratrici di Poste Italiane torna al lavoro dopo il congedo di maternità, un grande traguardo per l’azienda visto che In Italia quasi una donna su 5 (con precisione il 18 per cento), d’età compresa tra i 18 e i 49 anni, non torna a lavorare dopo la nascita di un figlio. Un dato preoccupante, che sottolinea la difficoltà nel conciliare vita familiare e lavorativa. Per riaccompagnare le donne nel reinserimento in azienda al rientro dal congedo di maternità Poste ha avviato il progetto sperimentale “Mums at work”, che ha l'obiettivo di facilitare il rientro delle neomamme supportandole nella ricerca di un equilibrio fra il nuovo ruolo familiare e quello professionale. Il progetto mette disposizione un percorso di coaching, dedicato per facilitare il ritorno a lavoro. Le madri sono supportate per circa quattro mesi da coach interni che aiutano le dipendenti a rimettere a fuoco i propri obiettivi personali e professionali e a conciliare le nuove esigenze familiari e il ritorno alle proprie mansioni in Azienda. L’iniziativa, la cui partecipazione è su base volontaria, è attiva da dicembre e sta coinvolgendo un campione di neomamme.

 

Da sei anni a questa parte, infine, in Poste Italiane è attivo un piano di ricambio generazionale dei lavoratori, che prevede anche uscite su base volontaria dei dipendenti più vicini all'età pensionabile e il rafforzamento delle competenze in ambito recapito, nei centri di smistamento, negli uffici postali e a supporto della forza commerciale. Nel 2017 l'età media della forza lavoro era di 50 anni. Oggi, invece, si è abbassata a 47,9, con il 56 per cento dei lavoratori che è sotto la mezz'età. Un'operazione resa possibile anche dalle migliaia di assunzioni dei 2022, con i nuovi ingressi la cui età media è di 32 anni. I giovani fino ai 30 anni presenti nel gruppo a oggi sono circa il 9 per cento e i dipendenti con oltre 50 anni sono circa il 44 per cento. I laureati sono cresciuti dal 12 per cento del 2017 al 22 per cento di oggi.

 

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