Editoriali

Servono più taxi, non più bonus

Redazione

Invece di dare più licenze, si pensa all’ennesima regalia per accessoriare le auto. 

Il governo pensa di risolvere il problema dei taxi distribuendo l’ennesimo bonus. Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, pare intenzionato a mettere contributi economici a disposizione dei tassisti, in modo che possano migliorare la qualità dei mezzi in circolazione. Quello del leader della Lega è una sorta di tic pavloviano che, però, non risponde in alcun modo alla crisi del trasporto pubblico non di linea e che contrasta con l’atteggiamento muscolare adottato dall’esecutivo in altre circostanze. Nel merito, è chiaro a tutti che le code chilometriche fuori dalle stazioni e i tempi di attesa infiniti dipendono semplicemente dall’inadeguatezza dell’offerta. Il punto non è che le auto pubbliche non sono sufficientemente accessoriate: è che ce ne sono troppo poche.

Chi vuole affrontare seriamente la questione può avere idee diverse rispetto agli strumenti da adottare, dalla distribuzione di ulteriori licenze alla liberalizzazione degli Ncc e delle piattaforme fino all’autorizzazione di utilizzare il mezzo da parte di soggetti diversi dal titolare. Ma nessuna soluzione può prescindere dall’esigenza di ampliare il numero di auto in circolazione, specialmente – ma non solo – nelle ore di punta. Strappa un sorriso l’idea che si possa uscirne semplicemente concedendo l’ennesima regalia a una categoria che, peraltro, in questo momento tutto può tranne che piangere miseria. E’ anche paradossale la postura del governo: i ministri e la stessa premier non hanno esitato a fare la voce grossa con le banche sui mutui e con le compagnie aeree sul costo dei biglietti, entrambe faccende che non dipendono dalle condotte delle imprese e che hanno una storia complessa (dal rialzo dei tassi ai prezzi energetici). Invece nel caso dei taxi la questione è chiarissima: non c’è nulla da capire e non ci sono capri espiatori come la Bce o gli speculatori. C’è una sola leva per porre fine a questo scandalo ed è interamente nelle mani del governo. Non si tratta di potere, ma di volere.

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