editoriali
Bankitalia: occhio al rialzo dei tassi
L’incertezza, il debito e la politica monetaria costringono ad aggiustare i conti. Il monito di via Nazionale
Per la Banca d’Italia i rischi per la stabilità finanziaria rimangono elevati a causa della persistente instabilità geopolitica, delle forti pressioni inflattive e dell’incertezza sull’andamento dell’economia. Una situazione non dissimile da quella di altri paesi che vivono lo stesso contesto internazionale, precisa implicitamente Palazzo Koch nel suo rapporto, ma aggiunge che in prospettiva, per consolidare in Italia la tendenza alla riduzione del deficit e del debito pubblico, anche alla luce dell’aumento dei tassi d’interesse, “sarà necessario conseguire un significativo incremento del potenziale di crescita e un miglioramento strutturale del saldo primario”. Parole giunte proprio dopo che in Parlamento è scoppiato il caso Def con la maggioranza che non è riuscita a far approvare lo scostamento di bilancio. Evento che, però, non ha accentuato le fibrillazioni sui mercati dei giorni scorsi perché lo spread si è addirittura ridotto dalla chiusura di giovedì. Qualche preoccupazione emerge per il peggioramento dell’economia nel 2023.
Le famiglie, le imprese e il sistema bancario italiano sono senz’altro più solidi rispetto al passato, “ma sono esposti a rischi crescenti connessi con la maggiore onerosità del debito che potrà incidere sulla capacità di rimborso dei prestiti da parte di famiglie e imprese, con potenziali ricadute sulla qualità del credito delle banche”. Sullo sfondo, dunque, c’è la stretta monetaria che la Bce sembra avere intenzione di continuare con un nuovo aumento dei tassi nel meeting del 4 maggio proprio perché ritiene che la stabilità finanziaria dell’Eurozona non abbia ricevuto grandi contraccolpi dalle recenti turbolenze bancarie. Una debolezza nel sistema finanziario, però, si registra nel comparto assicurativo, dove l’alta inflazione e il rapido rialzo della curva dei tassi di interesse si sono riflessi sull’indice di solvibilità medio delle compagnie italiane, che si è ridotto fra giugno e dicembre del 2022, pur rimanendo su livelli elevati e prossimi alla media europea. Crisi Eurovita docet.
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