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i dati

L'Istat certifica il costo del Superbonus: deficit all'8 per cento nel 2022

I crediti d'imposta legati ai bonus edilizi hanno pesato sul rapporto deficit/pil italiano, che l'anno scorso è stato superiore di 2,4 punti rispetto alla Nadef. Il Mef: "Così si mette un punto fermo sulla vicenda contabile. Queste misure non sono replicabili"

Contando il Superbonus e gli altri bonus edilizi, il deficit degli anni passati è peggiore di quanto finora calcolato. Lo ha certificato l'Istat oggi, sulla base della nuova classificazione dei bonus introdotta dall'Istituto di statistica e da Eurostat. Così, nel 2020 il deficit passa a -9,7% e nel 2021 a -9%, con un peggioramento rispettivamente di -0,2 e -1,8 punti. Per il 2022 il disavanzo passa a -8 per cento, quasi tre punti in più di quello indicato nella Nadef al -5,6 per cento. 

Alla luce del nuovo quadro interpretativo e dell'esito degli approfondimenti metodologici, spiega l'Istat, "è mutato il trattamento contabile del Superbonus 110% e del cosiddetto Bonus facciate a partire dall'anno di stima 2020. Entrambi i crediti d'imposta sono ora classificati come crediti di imposta di tipo 'pagabili' e registrati nel conto consolidato delle Pa come spese per l'intero ammontare, coerentemente con il momento di registrazione, ossia nel momento di sostenimento della spesa d'investimento agevolata". Adesso, dunque, il costo del Superbonus viene conteggiato per intero nell'anno di emissione del credito, mentre nelle precedenti stime le agevolazioni erano state classificate come crediti d'imposta di tipo "non pagabili" e dunque spalmate nell'arco della durata del credito di imposta, 5 anni per il superbonus e 10 per il bonus facciate. "La modifica – conclude Istat – ha comportato una revisione nel rapporto deficit/Pil per gli anni 2020 e 2021 pari rispettivamente a -0,2 e -1,8 punti percentuali".

I dati "mettono un punto fermo sulla vicenda contabile, i riflessi sul bilancio dei bonus edilizi e delle cessioni dei crediti introdotti a decorrere dal 2020", ha commentato il Mef di Giancarlo Giorgetti in una nota. "Il governo con trasparenza, coerenza e responsabilità è impegnato ad assicurare un'uscita sostenibile da misure non replicabili nelle medesime forme. La correzione delle norme sui bonus edilizi è stato l'indispensabile presupposto a tutela dei conti pubblici per il 2023, invertendo una tendenza negativa certificata oggi dall'Istat", continua il comunicato, sottolineando anche che "il governo è al lavoro con tutti i soggetti interessati per risolvere il grave problema di liquidità finanziaria delle imprese ereditato da imprudenti misure di cessione del credito non adeguatamente valutate nei loro impatti al momento della loro introduzione".

Grazie alla crescita più vivace del previsto, l'Istat nel suo report certifica anche una notizia positiva: nel 2022 il rapporto debito/pil si ferma al 144,7 per cento, un punto sotto al 145,7 per cento calcolato a inizio novembre dalla versione rivista della Nota di aggiornamento al Def. Il pil, secondo Istat, è stato pari al +3,7 per cento nel 2022, una cifra più bassa del +3,9 per cento delle stime preliminari ma superirore al +3,6 per cento indicato a novembre dal governo nella Nadef.

 

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