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il caso

Gli incentivi auto vanno a ruba: diesel e benzina le più richieste, l'elettrico arranca

Antonio Sileo

Sul sito del ministero delle Imprese è attiva la piattaforma per prenotare i sussidi. Nel primo giorno di attività è stato già richiesto il 15 per cento dei fondi disponibili per le auto senza spina 

I nuovi incentivi auto disponibili da ieri sul sito ministero delle Imprese e del Made in Italy stanno già andando a ruba. Saranno validi per tutto il 2023 fino ad esaurimento dei fondi disponibili e riguardano gli acquisti effettuati dal primo gennaio anche nel caso di moto, ciclomotori e autoveicoli commerciali. Anche per questo le prenotazioni sono state moltissime, perché all’avvio della piattaforma gli addetti di concessionari e venditori si sono affrettati a inserire anche gli ordini già firmati nei primi dieci giorni del mese. L’ammontare totale dei fondi stanziati è 630 milioni di euro, già deciso dal governo Draghi, con Giancarlo Giorgetti all’allora ministero dello sviluppo economico. 

Come sono ripartiti gli incentivi auto 

La ripartizione privilegia le auto elettriche e ibride plug-in a cui sono destinati rispettivamente 190 e 235 milioni di euro, il 5 per cento dei quali riservati alle persone giuridiche per attività di car sharing o noleggio. I fondi per le auto senza spina, di qualsiasi alimentazione – benzina, gasolio, Gpl e metano – e motorizzazione, ibride e non dunque, ammontano a 150 milioni di euro, purché con emissioni di anidride carbonica (CO2) comprese tra 61 e 135 grammi per chilometro percorso e un prezzo d’acquisto non superiore a 42,7 mila euro (iva inclusa).

Stesso prezzo massimo è necessario anche per le elettriche, mentre per le ibride ricaricabili, con emissione di CO2 comprese tre 21 e 60 g/km, si può beneficiare dell’incentivo se il prezzo della vettura acquistata non supera il 54,9 mila euro (sempre comprensivi di Iva). Differenti anche gli ammontari unitari: 3 mila euro che salgono a 5 mila con la rottamazione per le elettriche, 2 mila euro che diventano 4 mila in caso di rottamazione per ibride plug-in, soltanto 2 mila euro con obbligo di rottamazione una vettura ultradecennale, fino ad Euro 4, per le auto 61 e 135 g/km.

Per motocicli e ciclomotori i fondi ammontano a 35 milioni per i mezzi elettrici e a 5 per gli altri. Per furgoni e camion fino a 12 tonnellate sono disponibili infine 15 milioni per veicoli soltanto elettrici.

Le differenze rispetto agli incentivi 2022

È il caso di ricordare che, come vuole la teoria economica, l’equità e anche la logica, in questa nuova tornata di incentivi, avviata lo scorso anno, per le autovetture è stato ridotto il prezzo massimo di acquisto che nel triennio 2019-2021 arrivava a ben 61 mila euro. E che addirittura quando l’allora governo gialloverde, e il M5S in particolare, nottetempo introdusse la misura nel primo passaggio della legge di Bilancio 2019, un prezzo massimo d’acquisto non era stato affatto previsto. Forse perché ormai la povertà era ormai bella che sconfitta.

Oggi il prezzo massimo per accedere agli incentivi è più che doppio di quello dell’autovettura elettrica più economica acquistabile sul mercato italiano, che costa 21 mila euro; un valore appunto più che congruo.

Se poi, come già accaduto lo scorso anno, gli incentivi più richiesti risulteranno quelli delle auto diesel e benzina con meno emissioni, non sarà certo per come sono strutturati degli incentivi. Che visti i prezzi delle auto servono più che altro a portare i potenziali clienti rottamatori in concessionaria. Piuttosto, e c'è da riflettere, il motivo sarà ancora una volta ricercabile nelle scelte dei consumatori.

L’anno scorso, quando i milioni stanziati erano 170, gli incentivi durarono meno di 25 giorni. Quest’anno nel primo giorno di operatività, con il turbo dovuto alle vendite dei primi dieci giorni del mese, sono stati richiesti già il 15 per cento dei fondi per le auto senza spina.

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