Foto di Gaetano Adriano Pulvirenti, AP Photo, via LaPresse 

Editoriali

La russa Lukoil vende Priolo, un buon risultato per il governo Meloni

Redazione

Un acquirente per la raffineria: accordo raggiunto con G.o.i Energy. "Il closing dell’operazione è previsto entro la fine di marzo 2023"

Una importante potenziale crisi industriale va verso una soluzione. Lukoil, il colosso petrolifero russo, ha raggiunto un accordo per la vendita della raffineria Isab di Priolo, in Sicilia, a G.o.i. Energy, ramo del settore energetico di Argus, un fondo di private equity e asset management di Cipro.

 

“L’operazione – dice la nota – è soggetta al verificarsi di alcune condizioni sospensive relative, tra l’altro, all’ottenimento delle autorizzazioni da parte di tutte le autorità competenti, incluso il governo italiano. Il closing dell’operazione è previsto entro la fine di marzo 2023”.

L’amministratore delegato della società acquirente, Michael Bobrov, è anche amministratore delegato e azionista di maggioranza della società che controlla Bazan, uno dei più grandi e complessi gruppi energetici in Israele, che gestisce il più grande impianto integrato di raffinazione petrolchimica del paese. L’acquirente, inoltre, comunica anche di avere un accordo di lungo termine con uno dei principali trader di petrolio e prodotti petroliferi al mondo, in modo da poter garantire forniture e continuità operativa allo stabilimento siracusano.

L’Isab era entrata in difficoltà, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, perché si è vista tagliare il credito e, soprattutto, in vista dell’embargo al petrolio russo, per il possibile blocco delle forniture. Il governo Draghi ha a lungo cincischiato, evitando di affrontare il problema, e costringendo il governo Meloni a dover risolvere la questione in pochissimo tempo.

L’intervento decisivo per evitare la chiusura è stato un decreto, ispirato a un’analoga norma tedesca, che ha introdotto l’amministrazione fiduciaria di industrie strategiche per assicurare la sicurezza degli approvvigionamenti. La norma non ha avuto bisogno di diventare operativa, visto che il pressing del ministro delle Imprese Adolfo Urso ha spinto la russa Lukoil a evitare il commissariamento, facendo funzionare la raffineria, e a trovare subito un venditore.

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