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“Esempio di condotta fiscale responsabile e di trasparenza”: premiato il gruppo Atlantia

La Fair Tax Foundation, che certifica che certifica il livello di correttezza in campo fiscale delle società, ha assegnato il massimo rating alla holding di infrastrutture stradali. L’attestato viene attribuito per la prima volta a una realtà italiana

“In tutto il mondo, ogni anno quasi il 40 per cento dei profitti delle multinazionali viene artificialmente spostato verso paradisi fiscali. In questo contesto, l’Italia subisce uno spostamento di profitti per 27 miliardi di euro, con una riduzione stimata di 6,5 miliardi di euro del gettito fiscale delle società”. E’ quanto ha affermato qualche tempo fa Paul Monaghan, Chief executive della Fair Tax Foundation (Ftf), in occasione della consegna alla società Atlantia del Fair Tax Mark, il rating che certifica il massimo livello di correttezza in campo fiscale per l’anno 2020/2021. L’attestato viene attribuito per la prima volta a una realtà italiana in un momento in cui su un tema come la global tax è tornata la massima attenzione dei governi europei dopo la fase di stallo dovuta all’ostruzionismo esercitato da alcuni paesi.

 

Un comunicato del Mef di settembre, che riportava una dichiarazione congiunta dei ministri delle Finanze di Italia, Francia, Germania, Olanda e Spagna, ha affermato l’impegno dei rispettivi paesi a introdurre la tassazione minima globale nel 2023 “e con ogni mezzo possibile legale”. Questo perché l’accordo fiscale raggiunto lo scorso ottobre a Roma tra gli stati del G7 e dell’Ue – finalizzato ad aumentare il gettito erariale con la tassazione delle multinazionali a prescindere dal luogo in cui operano effettivamente – sarebbe dovuto entrare in vigore il prossimo anno ma poi è stato rinviato al 2024 a cause delle diatribe tra gli stati. Ma rendere operativa la tassazione minima globale (l’aliquota ipotizzata è del 15 per cento) per aumentare le entrate pubbliche è considerato troppo importante da molti governi in un contesto economico peggiorato dall’inflazione e dalla crisi energetica e in cui gli spazi di manovra nei bilanci pubblici è limitato. Così l’Italia ha scelto di andare avanti per la sua strada insieme con altri stati europei per accorciare i tempi. 

 

Nella classifica di quest’anno della Ftf, l’organizzazione britannica che dal 2014 certifica a livello globale le imprese che pagano il giusto ammontare delle imposte nelle giurisdizioni in cui operano, è comparsa anche l’Italia con la sua più grande holding infrastrutturale, che in questi giorni sta concludendo la procedura di delisting dopo l’Opa di Edizione e Blackstone. Secondo Monaghan, “nel contesto internazionale, il gruppo Atlantia è un esempio di condotta fiscale responsabile e di trasparenza finanziaria”. E il motivo è che “fornisce una ripartizione completa, paese per paese, del proprio reddito, dei profitti e delle relative imposte pagate”. L’ottenimento del massimo rating è dovuto al fatto che la società di infrastrutture stradali prima dell’estate ha pubblicato online il proprio “Tax transparency report” e cioè un dossier dettagliato che illustra quante tasse paga il gruppo e le sue società, in quali paesi e per quali tipologie di profitto. Oggi è dunque possibile verificare l’impegno della società a livello pubblico in termini di versamenti fiscali per il 2021 e per Atlantia si possono contare 740 milioni di euro di imposte versate e 847 milioni di euro quelle raccolte tramite le proprie attività, per un ammontare complessivo di oltre 1,5 miliardi.

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