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L'accordo nucleare dei siderurgici: Federacciai punta sulla Slovenia  

Redazione

Energia pulita e conveniente: un gruppo di imprenditori, con la competenza di Ansaldo Energia, ha investito 400 milioni di euro nel progetto di raddoppio della centrale slovena di Krško

Abbiamo lamentato per anni la presenza di centrali nucleari vicino ai confini del nostro paese denuclearizzato, vedendo in questo anche una beffa, perché non avevamo i vantaggi della produzione sul territorio nazionale ma avremmo sofferto i danni di un incidente. Da quella sterile rabbietta per la nostra insipienza e l’altrui disinvoltura siamo passati, finalmente, a una fase nuova. Di nucleare più sicuro e più efficiente si parla di nuovo in Italia, e questo è già un fatto, mentre un gruppo di imprenditori siderurgici è passato all’azione, superando la questione dei confini e mostrando come si possa integrare l’attività produttiva anche a dispetto di divisioni nazionali e diverse visioni strategiche sull’energia.

 

Con una specie di microglobalizzazione fatta alle porte di casa e con la competenza di Ansaldo Energia, a fare da vettore tecnico, gli imprenditori di Federacciai italiani, con un accordo che verrà firmato oggi, hanno investito 400 milioni di euro in una newco da 1,2 miliardi di capitale che finanzierà il raddoppio della  centrale  slovena di Krško. In cambio otterranno una fornitura di energia. L’investimento totale, completato dalla Slovenia, è di 5 miliardi e comporta un rinnovamento dell’impianto, con i migliori standard tecnologici. Il progetto  serve a dare certezze a un settore dell’industria per il quale l’energia è vitale e che soffre per la mancanza di piena affidabilità per gli approvvigionamenti delle fonti rinnovabili. Certezze che riguardano, cosa non meno importante, anche i prezzi. In sostanza i nostri siderurgici si assicurano per i prossimi anni una fornitura energetica stabile, pulita e a costi ragionevoli. C’è un salto di frontiera, ma gli elettroni, che vanno anche piuttosto svelti, non ci faranno caso. Forse dalla politica potrebbe venire un apprezzamento per questa iniziativa. Per imprenditori che non vanno in tv con le bollette a favore di telecamera, ma che  si danno da fare e risolvono i loro problemi di approvvigionamento e leniscono anche il rischio legato a impianti vecchi e non efficienti vicino ai nostri confini.

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