Una centrale nucleare (Getty Images) 

EDITORIALI

La rinascita del nucleare. La Slovacchia attiva un nuovo reattore

Redazione

La produzione di energia elettrica da fonti nucleari crescerà fino al 65 per cento: un esempio non isolato di come la guerra in Ucraina ha rilanciato i programmi di nucleare civile in tutto il mondo

L’Autorità regolatoria slovacca per il nucleare (Újd) ha rilasciato l’autorizzazione definitiva per un nuovo reattore, il terzo, della centrale di Mochovce. La società Slovenské Elektrárne, partecipata anche da Enel, dice che inizierà presto a caricare combustibile nel nocciolo del reattore, che dovrebbe quindi iniziare a funzionare. Il progetto di ampliamento, che prevede anche un quarto reattore, ha subìto negli anni diversi stop and go, anche per ricorsi e proteste da parte dell’Austria (vicina alla centrale e contraria al nucleare), oltre che un raddoppio dei costi previsti.

 

In ogni caso, la Slovacchia aveva approvato nel 2006 una nuova strategia energetica che puntava sul nucleare e che ora, insieme a un interconnettore del gas con la Polonia inaugurato pochi giorni fa (ribattezzato “il gasdotto dell’amicizia”), renderà l’Europa dell’est più autonoma dalla Russia. Attualmente la Slovacchia produce il 52 per cento dell’energia elettrica grazie al nucleare. Con l’avvio del reattore Mochovce 3, che in pochi mesi coprirà il 13 per cento di produzione elettrica, si porterà così al 65 per cento (secondo paese al mondo dopo la Francia): la Slovacchia potrà sostituire quasi integralmente l’uso di fossili (gas e carbone) per generare elettricità, riducendo la dipendenza dalla Russia e abbattendo le emissioni di CO2.

 

Nel  2024 dovrebbe poi partire anche il quarto reattore di Mochovce. Quello della Slovacchia non è un caso singolo. La crisi energetica, l’aumento dei prezzi, la dipendenza da paesi come la Russia e la necessità di abbattere le emissioni hanno rilanciato i programmi di nucleare civile in tutto il mondo, soprattutto in Asia (India, Cina, Corea del sud e Giappone), ma anche negli Stati Uniti e nel Vecchio continente: diversi paesi europei hanno confermato il ruolo del nucleare (Francia e Finlandia), altri vogliono rilanciarlo (il Regno Unito), alcuni hanno rinviato la chiusura delle centrali (Belgio e Slovenia) e altri ci stanno ancora pensando (la Germania). Anche questo è un effetto della guerra di Putin.

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