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L'Ue risparmia gas. Raggiunto l'accordo contro i tagli di Mosca

Maria Carla Sicilia

Il Consiglio stravolge il piano della Commissione ma trova una quadra per l’inverno. I consumi dell'Italia dovranno essere ridotti del 7 per cento invece che del 15 per cento 

I paesi dell’Unione europea hanno accettato di risparmiare tra i 30 e i 45 miliardi di metri cubi di gas nei prossimi mesi per essere meno esposti in inverno a un eventuale taglio dei rifornimenti da Mosca. L’accordo è stato raggiunto oggi dal Consiglio Energia riunito a Bruxelles con il parere positivo di tutti i paesi tranne l’Ungheria. Alla vigilia dell’incontro la sintesi non sembrava scontata, il meccanismo approvato è molto meno vincolante di quello proposto inizialmente dalla Commissione europea, ma il compromesso consente di mandare un nuovo messaggio di unità a Vladimir Putin. I paesi dovranno tagliare volontariamente il 15 per cento dei consumi tra agosto e marzo 2023. Anche l’Italia torna soddisfatta. Le deroghe introdotte consentono di dimezzare l’impatto che il taglio prospettato inizialmente avrebbe avuto: in otto mesi i consumi dovranno essere ridotti del 7 per cento, poco meno di 4 miliardi di metri cubi, invece che del 15 per cento.

 

“La decisione odierna ha mostrato chiaramente che gli stati membri resisteranno a qualsiasi tentativo russo di dividere l’Ue utilizzando le forniture energetiche come arma”, ha dichiarato il ministro dell’Industria e del commercio della Repubblica ceca, che presiede il semestre europeo. Ma mantenere questa coesione è stato faticoso, come spesso accade quando si discute di energia. Il primo punto su cui la Commissione ha dovuto cedere è che la dichiarazione di emergenza, da cui dipende l’obbligatorietà della misura, spetterà alla maggioranza qualificata del Consiglio – quindi ai governi degli stati membri – e non all’esecutivo europeo, dopo che almeno cinque paesi abbiano dichiarato lo stato di allerta nazionale. E c’è chi pensa che potrebbe essere tardi. Le deroghe introdotte consentiranno inoltre di differenziare i tagli dei consumi nei vari paesi, risparmiando misure di austerità più dure a chi come l’Italia ha ottenuto in questi mesi risultati migliori di altri nel mettere in sicurezza energetica il proprio sistema.

 

Dal conto viene escluso ad esempio il gas utilizzato per riempire i depositi degli stoccaggi, in Italia pieni poco sopra il 70 per cento, circa quattro punti percentuali in più della media europea. Anche Spagna, Portogallo e gli altri paesi scollegati dalla rete dei gasdotti europei potranno ricorrere a una deroga specifica, così come i paesi i cui sistemi di generazione elettrica sono fortemente dipendenti dal gas. 

 

Nell’accordo – che verrà rivisto tra un anno invece che tra due – sono incluse molte altre eccezioni per consentire flessibilità nei vari paesi, ma la raccomandazione resta quella di risparmiare metano: senza penalizzare famiglie e servizi essenziali, ma anche promuovendo campagne di sensibilizzazione. Nemmeno chi ha livelli di stoccaggi più alti può abbassare l’allerta, è il messaggio. Non solo perché la Russia continua a tagliare gas – da oggi nel Nord Stream viaggeranno solo 33 milioni di metri cubi di metano al giorno, il 20 per cento della capacità totale del gasdotto – ma anche perché gli interessi nazionali sono estremamente interconnessi. La Germania ha già dichiarato il secondo livello di allerta ed è quindi a un solo step dal razionamento: riuscire a mettere in moto un meccanismo di solidarietà condiviso a livello europeo sarebbe nell’interesse anche dell’Italia, perché difficilmente una frenata dell’industria tedesca risparmierebbe impatti sulla nostra economia. Sul fronte dei prezzi, la Commissione ha ribadito di essere al lavoro per studiare l’introduzione di un price cap. Di fronte a un flusso di gas ridotto al 20 per cento nella capacità del Nord Stream, oggi i future con scadenza a settembre 2022 hanno superato i 200 euro per megawattora. 

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  • Maria Carla Sicilia
  • Nata a Cosenza nel 1988, vive a Roma da più di dieci anni. Ogni anno pensa che andrà via dalla città delle buche e del Colosseo, ma finora ha sempre trovato buoni motivi per restare. Uno di questi è il Foglio, dove ha iniziato a lavorare nel 2017. Oggi si occupa del coordinamento del Foglio.it.