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lo scenario

Seguire l'esempio Usa: ecco come attirare cervelli russi

Mariarosaria Marchesano

"Attrarre talenti scientifici dalla Russia potrebbe dare un boost forte al mondo high-tech italiano". Parla Andrea Tavecchio

Il barone Wernher von Braun è stato uno dei maggiori fautori del successo della missilistica nella Germania nazista. Prima e durante la Seconda guerra mondiale lavorò allo sviluppo di nuovi razzi e fu lui a ideare i micidiali V2 che colpirono la città di Londra. Dopo il conflitto, assieme ad altri del suo gruppo, si consegnò alle forze statunitensi, che comprendendone capacità e talento lo inserirono nella famosa Operazione Paperclip che fece arrivare in America 1.600 tra scienziati, ingegneri e tecnici tedeschi. Oggi il barone von Braun è ritenuto il capostipite del programma spaziale statunitense e durante la sua avviò una lunga e intensa collaborazione con la Nasa ha progettato Saturn V, il lanciatore pesante che portò le missioni Apollo verso la Luna tra il 1968 e il 1972. Chissà se il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha pensato a questa storia quando ha messo a punto il piano per portare via a Vladimir Putin i suoi migliori cervelli

L’Amministrazione Biden, infatti, ha in mente di rendere meno rigide le regole per i cittadini russi altamente istruiti che vogliono emigrare negli Stati Uniti. Il regime di Putin si isola anche così, facendo terra bruciata intorno a un gruppo di potere che nel tempo non potrà più nutrirsi delle migliori intelligenze del paese. Viene da domandarsi se quest’idea è replicabile in Italia, che è stata in prima linea nei sequestri di beni, ville e barche agli oligarchi quand’è scoppiata la guerra in Ucraina. Il Foglio l’ha chiesto ad Andrea Tavecchio, fondatore della Tavecchio e associati, boutique professionale altamente specializzata in assistenza in materia fiscale. “Avrebbe molto senso un’azione del genere. Chi possiede la tecnologia ha un vantaggio strategico, è sempre stato così nella storia – osserva Tavecchio – Le università Stem (science, technology, engineering and mathematics) russe sono ottime e la Russia, infatti, è un paese che ha moltissimi talenti in settori fondamentali come la cybersecurity, la space economy e i semiconduttori. Bisogna aiutare questi talenti a venire a lavorare in Europa. Gli Stati Uniti hanno capito che, oltre a sanzioni e armi, c’è un altro modo per battere Putin: cercare di essere attrattivi, e non solo per una piccola élite, come nel caso di von Braun, ma per decine di migliaia di giovani russi ad alta scolarizzazione che non vogliono vivere in una caserma”.

Gli americani sono disposti a derogare la norma che lega l’ingresso nel paese all’obbligo di avere un datore di lavoro per chi ha conseguito un master o un dottorato in scienze, tecnologia, ingegneria o matematica. Se l’Italia volesse fare un passo simile, quali strumenti avrebbe a disposizione? “Nel gennaio del 2022 è stata approvata nel decreto sostegni una norma che favorisce e semplifica lo smart working per i lavoratori extra Ue, anche senza che vi sia la presenza di un datore di lavoro italiano – prosegue l’esperto –. Bisognerebbe partire da qui, completando e rafforzando questa norma, anche sulle tematiche dei permessi di soggiorno e con un  team dedicato alla Farnesina o alla Presidenza del Consiglio che faccia da punto di raccolta delle domande e si occupi di creare un ponte tra le imprese interessate e questi professionisti che oggi vivono in Russia ma che sarebbero pronti a partire. Come sempre accade se non puoi protestare la scelta più razionale, se puoi, è andartene”.

Non ci sarebbe concorrenza con il rimpatrio dei cervelli italiani? “No, anzi, le norme fiscali pro attrazione sono complementari e possono offrire una ragione in più per spostarsi in Italia. Questi tech-pro potrebbero utilizzare le norme sui rimpatri che concedono uno sconto Irpef per alcuni anni, così anche per coloro che provengono dal mondo dell’accademia. Per gli imprenditori, con business nel settore tech, si potrebbe invece valutare la norma sui neo residenti, che fa pagare le imposte normalmente sui redditi di fonte italiana, ma forfettizza quelle estere. Queste leggi sono ben conosciute nel contesto internazionale perché sono state utilizzate da migliaia di persone che hanno deciso di stabilirsi in Italia andando a rafforzare il nostro capitale umano ed il numero di contribuenti. Chi vive o lavora a Milano sa che questa crescente internazionalità si è rivelata estremamente positiva per la vivacità economica della città. E poi attrarre talenti scientifici dalla Russia potrebbe dare un boost forte al mondo high-tech italiano. L’Europa deve potersi confrontare alla pari con Stati Uniti, Israele e Cina. In prospettiva questa competizione sulla tecnologia è la vera sfida. E per vincerla ci vogliono talenti Stem”.

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