Christine Lagarde è la presidente della Bce (LaPresse) 

editoriali

La Bce tra la guerra e l'inflazione 

Redazione

L’Eurotower si trova di fronte a scelte difficili e al rischio d’indecisionismo

Il timore di una fiammata degli spread nell’Eurozona rende ancora più scomoda la posizione della Bce che già si trova tra l’incudine e il martello per dover bilanciare l’aumento dell’inflazione con i rischi al ribasso della crescita, mentre le incertezze economiche rimangono alte per via della guerra in Ucraina. Secondo alcuni analisti, date le decisioni prese il mese scorso di ridurre il ritmo degli acquisti netti, la Bce nella riunione di oggi potrebbe astenersi dal fare qualsiasi cambiamento di politica monetaria e aspettare di rivedere la sua posizione a giugno. Tuttavia, alla luce di un’inflazione superiore alle attese, pari al 7,5 per cento a marzo, è probabile che la presidente Christine Lagarde mantenga un tono da falco, riprendendo quel concetto di “opzionalità” che, però, nell’ultima riunione del board ha provocato la reazione stizzita dei mercati finanziari.

 

Usare un escamotage narrativo per tenersi aperte tutte le strade può essere utile ma bisogna mettere in conto di poter essere fraintesi da chi, dovendo pianificare decisioni di investimento, ha bisogno di prospettive chiare. Già c’è chi non ha ben compreso perché nel mezzo di una guerra Francoforte abbia avvertito l’urgenza di chiudere il programma di acquisti pandemico, figurarsi se  si apre la strada a un rialzo dei tassi, eventualità data per scontata da molti osservatori, ma ritenuta ingiustificata da Blackrock, che in una ricerca ha spiegato che i ripetuti choc dell’offerta spingono i prezzi ma  non c’è surriscaldamento dell’economia. Secondo Blackrock, le banche centrali capiranno che il solito schema di aumentare i tassi per raffreddare l’economia questa volta non va applicato, pena, appunto, la recessione ma anche una reazione scomposta degli investitori con aumenti di rendimenti dei titoli di stato, e quindi del costo del debito, proprio mentre la Bce riduce gli acquisti. Un circolo vizioso che potrebbe essere superato con un nuovo strumento di politica monetaria a cui la Bce starebbe pensando.

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