Justin Sullivan/Getty Images

Domani a palazzo chigi

Le misure contro il caro-bollette. In arrivo altri 4 miliardi per ridurre gli aumenti

Nel decreto in Cdm provvedimenti tampone per calmierare gli aumenti su famiglie e imprese, con i proventi delle aste di CO2 e della cartolarizzazione di alcuni oneri di sistema. Confindustria: "Serve agire in fretta come hanno già fatto i governi di Francia e Germania"

Sono in arrivo nuove misure contro il caro-energia. Il Consiglio dei ministri previsto per domani dovrebbe approvare un nuovo pacchetto di misure per calmierare i rialzi delle bollette di famiglie e imprese. Si tratterà - ancora una volta - di misure tampone: provvedimenti transitori con l’obiettivo di fare fronte all’impennata dei prezzi energetici del primo trimestre 2022. Ieri sera a Porta a porta, tuttavia, la viceministra dell’Economia Laura Castelli ha detto che il governo sta "ragionando anche di alcune misure a lungo termine, 12-24 mesi".

    

Ieri a Palazzo Chigi si è tenuta una riunione di quasi tre ore tra il premier Mario Draghi e i titolari dell’Economia Daniele Franco, dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e della Transizione ecologica Roberto Cingolani. Una discusssione che prosegue anche oggi alla vigilia del Cdm. E proprio da quel faccia a faccia inizia a delinearsi la strategia del governo: un provvedimento da circa un miliardo e mezzo di euro, che scaturirebbero dai proventi delle aste di CO2 (fondi altrimenti destinati al ministero dell’Economia e a quello della Transizione energetica) e dalla cartolarizzazione di alcuni oneri di sistema che valgono 2,5 miliardi. Si tratta in totale di 4 miliardi di euro, senza fare scostamenti del deficit, che andranno ad aggiungersi ai 3,8 miliardi già stanziati dalla legge di Bilancio per contenere i rincari. 

  

Non dovrebbe esserci nessun intervento sugli extra profitti delle aziende energetiche, ipotesi rilanciata dalla viceministro dello Sviluppo Alessandra Todde (M5s) ma che è più complicato da mettere a punto, per l’impatto che avrebbe sulle imprese, e che verrà dunque rinviato. Sarà comunque l’avvio del percorso, tracciato dal ministro Cingolani già nei giorni scorsi, per arrivare ad un piano a lungo termine di tagli strutturali da almeno 10 miliardi l’anno.

 

   

 

E sempre ieri il ministro Giorgetti ha incontrato i rappresentanti del mondo delle imprese al Mise. Al tavolo c’erano tra gli altri Confindustria, Confapi, Assovetro, Ceramica, Federchimica, Federacciai, Assofond. Un'occasione per "valutare l'impatto dei costi dell'energia sul sistema produttivo - si legge in una nota del Mise - raccogliere dati e proposte per definire i tempi e il perimetro dei settori emergenziali e per calibrare gli interventi del governo sulle diverse filiere, con priorità per chi è a rischio sopravvivenza, quando cioè l'interruzione produttiva può risultare più conveniente del proseguimento dell'attività". Il mondo delle aziende osserva ora con ansia le mosse del governo. "Non è possibile rinviare le decisioni, serve un atto di coraggio. Serve agire in fretta come hanno già fatto i governi di Francia e Germania", avverte Confindustria. "La situazione è drammatica". L'associazione degli industriali insiste nel chiedere "una task force" coordinata dalla presidenza del Consiglio. La partita non è solo tecnica ma anche politica, tanto che prima del Cdm potrebbe esserci una cabina di regia con tutta la maggioranza.