Alberto Alesina

Alesina era uno degli economisti più creativi del suo tempo, lascia un vuoto incolmabile

Guido Tabellini

Aveva due caratteristiche che hanno reso il suo lavoro così importante e influente: ha posto nuove domande fondamentali e aveva un’eccezionale intuizione grazie alla quale arrivava subito a individuare gli aspetti chiave del problema

Molti suoi amici hanno già ricordato le grandi doti umane di Alberto Alesina, le sue passioni e la sua vita intensa. In questo articolo voglio brevemente ricordare ciò che ha fatto per la scienza economica.

Alberto era uno degli economisti più creativi del suo tempo. Aveva due caratteristiche che hanno reso il suo lavoro così importante e influente. Innanzitutto, ha posto nuove domande fondamentali, che nessun economista aveva mai posto prima. In secondo luogo, aveva un’eccezionale intuizione, grazie alla quale arrivava subito a individuare gli aspetti chiave del problema. Le sue spiegazioni sembravano così semplici e ovvie, che spesso ti chiedevi perché nessuno ci avesse pensato prima. Eppure, erano intuizioni nuove e sorprendenti che aprivano la strada a nuove idee e nuovi risultati.

Alberto si è formato come macroeconomista, e la sua tesi di dottorato ha aperto un nuovo campo di ricerca, lo studio economico della politica. Erano i tempi d’oro delle aspettative razionali e della teoria dei giochi applicata. Alberto è stato il primo ad applicare le intuizioni di questi nuovi e potenti strumenti per spiegare le scelte di politici razionali e strategici.

 

 

I temi che ha esplorato nella prima fase della sua ricerca riflettono il suo background italiano. Alberto era cresciuto in Italia negli anni 70, in un periodo di aspri conflitti ideologici e politici e di forte polarizzazione, con frequenti scioperi, manifestazioni, terrorismo, fuga di capitali. Era ovvio che questi conflitti avevano un grande impatto sull’economia, ma all’epoca la ricerca economica di frontiera li ignorava. Il principale contributo dei primi lavori di Alberto è stato mostrare che il conflitto politico ha un ruolo centrale nella spiegazione di molti fenomeni macroeconomici.

 

Nei suoi primi lavori, Alberto prese sul serio l’idea che i politici fossero anche motivati da ideologie di parte e non solo da ragioni opportunistiche. Ciò sembra ovvio ora, ma fino ad allora si pensava che i politici fossero guidati esclusivamente dal desiderio di ottenere voti, e la convergenza politica sulle posizioni dell’elettore mediano era considerata la norma. Alberto ha poi continuato a studiare come gli esiti elettorali influenzano i cicli economici, e in che modo la polarizzazione politica può essere moderata dagli elettori o dalla cooperazione tra politici che si alternano in carica.

Successivamente, Alberto ha stato portato alcune intuizioni dei suoi primi lavori in un contesto dinamico. Ha mostrato che il conflitto politico e la polarizzazione sono fondamentali per spiegare l'accumulazione di debito pubblico e la procrastinazione di scelte politiche difficili. Ha anche studiato come il conflitto redistributivo influenza la crescita economica. In una serie di importanti contributi, ha quindi esplorato le implicazioni del conflitto politico ed economico per le scelte di secessione e integrazione da parte di nazioni sovrane.

 

Questa prima fase della ricerca economica di Alberto era fondata sul presupposto che elettori e politici fossero razionali. Ma sebbene l’ipotesi di razionalità sia appropriata per studiare il comportamento dei politici professionisti, lo è molto meno per spiegare come votano le persone. Alberto è stato tra i primi economisti a riconoscere questa limitazione e ad adattare le intuizioni della sociologia per spiegare il comportamento degli elettori. In numerosi contributi pioneristici, ha mostrato come la cultura ereditata dall’ambiente sociale influenza il comportamento in molti ambiti economici, politici e amministrativi, quali tratti culturali facilitano la risoluzione dei conflitti, e come spiegare il formarsi delle opinioni politiche e degli atteggiamenti ideologici. Questi suoi contributi hanno trasformato il modo di fare ricerca in molti campi dell’economia e delle scienze politiche. Anche i suoi lavori più recenti e ancora in fase di completamento in quest’area lasceranno un segno indelebile.

 

Oltre a essere fondatore e pioniere di nuovi campi di studi alla frontiera tra economia, scienze politiche e sociologia, Alberto aveva anche un vivo interesse per la politica economica e per le sfide economiche e politiche del mondo intorno a lui. Non sappiamo ancora come la pandemia e la tecnologia cambieranno il nostro modo di vivere, ma è già possibile intravedere quali saranno i principali problemi economici e politici nei prossimi anni. Sicuramente Alberto sarebbe stato un osservatore acuto e avrebbe saputo indicare nuove prospettive e nuove idee per affrontare le prossime sfide. La sua scomparsa lascia un vuoto impossibile da colmare.

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