Le Borse europee attendono il "whatever it takes" del G7

Mariarosaria Marchesano

I listini Ue contagiati da Wall Street mettono a segno una delle migliori sedute dal 2008 nonostante l'emergenza coronavirus. Dagli Stati Uniti arriva il segnale che una risposta congiunta di politica monetaria e fiscale è possibile

Milano. Borse europee in forte recupero dopo giorni, settimane, di crolli e volatilità estrema. Piazza Affari ha guadagnato quasi il 9 per cento, in linea con gli altri listini che da Francoforte (+11 per cento), Parigi (+8,3 per cento), Madrid (+7,8 per cento) e Londra (+9 per cento) hanno tutti brillato mettendo a segno una delle migliori sedute dal 2008. Un maxi rimbalzo inatteso in questa fase in cui a dominare è l'incertezza per il rapido diffondersi dell'epidemia da coronavirus nel vecchio continente.

 

Nonostante il livello emergenza resti alto, così come le preoccupazioni dei paesi per il grave impatto sull'economia della zona euro, confermate dagli indicatori macro diffusi in mattinata, i mercati hanno reagito positivamente alle notizie sulla riapertura di alcuni distretti industriali della regione di Hubei in Cina dopo il blocco e, soprattutto, sono stati spinti nel finale da Wall Street, galvanizzato dall'imminente approvazione del maxi piano di aiuti da 2000 miliardi di dollari. Il "whatever it takes" americano a cui si spera si aggiunga presto quello del G7 europeo, che pure si è impegnato a fare tutto il necessario per aiutare le aziende a superare l'impatto della pandemia, ma sta ancora discutendo sul come.

 

"Gli investitori in realtà sono ancora guardinghi e quello che è successo alle borse oggi è dovuto a un mix di fattori che, comunque, fanno pensare che il fondo sui mercati sia stato toccato - dice al Foglio Antonio Amendola, co-gestore Italia ed Europa di AcomeA Sgr - Uno di questi fattori è rappresentato da ricoperture di posizioni short che seguono alle forti perdite dei giorni scorsi. Ma al netto di questi aspetti tecnici, si comincia a respirare un clima di speranza anche per la risposta che potrebbe venire dall'Europa per affrontare l'emergenza Coronavirus. Il dibattito che ha preceduto la riunione dell'Eurogruppo, che proporrà le soluzioni al vertice dei capi di stato giovedì prossimo, ha dato l'impressione che finalmente i paesi membri dell'Unione stanno facendo quadrato intorno al problema e stanno cercando una soluzione condivisa".

 

Finora, i mercati hanno reagito in modo freddo, se non negativo, alle varie mosse delle banche centrali, aspettando, invece, un'azione coordinata di politica fiscale e monetaria che si è fatta attendere. Ma proprio dagli Stati Uniti, come suggerisce Amendola, sta arrivando il segnale che il vento è cambiato. "L'impasse al Congresso sul piano di aiuti proposto da Trump per scongiurare la recessione si sta sbloccando e la borsa di New York ora rivaluta anche la mossa della Federal Reserve di avviare un piano di acquisto titoli illimitato, che è un'azione senza precedenti. Insomma, governo federale e banca centrale si stanno muovendo all'unisono e questo è molto positivo. La stessa cosa dovrebbe accadere anche in Europa superando le divisioni che ci possono essere sui vari strumenti da adottare", prosegue il gestore. 

 

Di fronte all'emergenza coronavirus tutti gli stati membri potranno superare il tetto del 3 per cento del rapporto deficit-pil nei loro bilanci pubblici, ma questo non basterà ad affrontare una contrazione del pil dell'area euro che nel 2020 potrebbe essere di svariati punti percentuali. Così, si stanno esaminando diverse opzioni e l'Eurogruppo avrà proprio il compito di avanzare una proposta unitaria ai leader dei paesi. Sul tavolo, ci sono gli eurobond - o coronabond come sono stati battezzati - e le soluzioni offerte dal Meccanismo europeo di stabilità, su cui si registrano posizioni intransigenti come quelle dell'Olanda che vorrebbero che i prestiti ai paesi indebitati come l'Italia venissero erogati in modo condizionato. "I mercati attendono la risposta di politica fiscale dell'Europa unita per affrontare forse la crisi più grave della sua storia - conclude Amendola - da come sarà articolata questa risposta si vedrà anche quanto lontano può andare il progetto europeo".