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Il “metodo” Carige così lontano da Bari

Redazione

Che cosa insegna il caso della banca ligure, che si è salvata da sola

Il pugliese Francesco Guido, napoletano d’adozione come lui stesso si definisce, sarebbe stato il perfetto amministratore delegato della nuova Banca del Mezzogiorno che il governo ipotizza di creare intorno alla Banca popolare di Bari se solo questo progetto avesse delle basi solide. Ma, evidentemente, il Fondo interbancario per la tutela dei depositi ha preferito spendere il nome di un manager di grande esperienza come Guido – che è stato direttore generale del Banco di Napoli e poi responsabile delle banche del territorio di Intesa Sanpaolo nel sud Italia, per prendere le redini del rilancio di Carige.

 

 

La banca ligure ha il merito di essersi salvata da sola, senza un euro di soldi pubblici, e ha davanti a sé la prospettiva del ritorno in Borsa e un progetto industriale focalizzato sul tessuto locale, famiglie e piccole e medie imprese. Per far tornare in auge Carige, Guido farà leva sul “rapporto di fiducia” tra la banca e la Liguria e le altre regioni in cui è presente “che non si è mai veramente interrotto”, come ha sottolineato quando si è insediato venerdì scorso. Se questo è l’approccio giusto sarà il mercato a dirlo, ma l’esperienza di Carige, che non è stata priva di ostacoli e momenti di forte tensione durante la fase del commissariamento, insegna che la strada per il salvataggio è virtuosa quando c’è una governance chiara che consente a un soggetto come il Fondo interbancario, che attualmente è il principale azionista, di diluirsi gradualmente per far posto a un operatore privato disposto ad assumere il controllo (in caso il gruppo trentino Cassa centrale banca, Ccb) perché crede nelle potenzialità dell’istituto. Si vedrà se con la Popolare di Bari si riuscirà a impostare un percorso in grado di attrarre, come si vocifera, addirittura il colosso francese Crédit Agricole. Per ora, il piano appare piuttosto nebuloso e non privo di rischi per lo stato che intende ricapitalizzare la banca pugliese. Ma il più scettico è proprio il Fondo interbancario, che ha detto che concretizzerà il suo impegno (circa 300 milioni di euro) solo quando la Popolare si sarà trasformata in spa. E intanto ha spedito a Genova uno dei manager bancari più esperti di sud.

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