Pasquale Tridico (foto LaPresse)

Tridico cambia ancora una volta versione sulla povertà. E sbaglia

Dopo l'articolo del Foglio il presidente dell'Inps corregge il tiro: la povertà non è diminuita del 60 per cento ma dell'8. Ma anche stavolta non cita la fonte e, stando alle carte, si tratta di un numero citato a caso 

Abbiamo abolito la povertà. No, non è proprio abolita, ma comunque più che dimezzata. Contrordine compagni: non è dimezzata, ma è comunque diminuita, un bel po' di meno. Il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, cambia (ancora) versione sull'impatto che il reddito di cittadinanza avrebbe avuto sull'economia italiana. Due settimane fa, in un'intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno, e poi anche a Radio Capital, Tridico aveva spiegato che grazie al rdc la povertà è diminuita del 60 per cento. Oggi il presidente dell'Inps è tornato a diffondere numeri, presentando stime ben più parche. “Il reddito di cittadinanza ha avuto un impatto molto forte sulla povertà – ha detto durante un convegno delle Acli di Napoli – Il tasso di povertà nel nostro paese si è ridotto di 8 punti percentuali”. Tra le due stime c'è una forbice molto ampia: in mezzo ci sono qualche milione di persone. Non siamo proprio dentro i margini dell'errore statistico.

  

 

Sul Foglio Luciano Capone, risalendo alle simulazioni del Centro studi Inps che il presidente aveva utilizzato per annunciare il dato del 60 per cento di povertà in meno, aveva scoperto che quella stima non aveva alcun fondamento scientifico né era stata elaborata dal Centro studi. Probabilmente, infatti, la percentuale non si riferisce al “tasso di poveri assoluti in meno", ma al "tasso di poveri assoluti 'eleggibili' al beneficio". Due concetti completamente diversi che, se confusi, diventano una grave manipolazione dei dati. Sempre in quelle carte, poi, si osservava anche una riduzione di 8 punti percentuali; ma quella variazione era riferita al calo dell’intensità di povertà – un indice che misura quanto sono poveri i poveri (una sorta di sintesi del divario tra le risorse a disposizione dei soggetti definiti come poveri e la soglia di povertà). Neppure questo dato è quindi riferibile alla riduzione del numero di poveri assoluti. E' probabile dunque che Tridico, ancora una volta, abbia confuso i dati. Oppure che abbia deciso di rigirarli a suo favore. E francamente, a questo punto, non si sa quale delle due eventualità sia peggiore. 

 

 

Ciò che è certo è che, in base alle informazioni disponibili, il dato del 60 per cento di povertà in meno non si spiega. E alla precisa richiesta del Foglio di spiegare su quale base sarebbe stata effettuata questa stima, l'Inps da quattro giorni non dà ancora una risposta.

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