L’amministratore delegato di UniCredit, Jean Pierre Mustier (foto LaPresse)

Mustier vuole rendere meno sensibile Unicredit al rischio Italia

Mariarosaria Marchesano

Previsti 8 mila tagli al personale e riduzione di 500 sportelli in Italia, Austria e Germania. 5 miliardi di utili entro il 2023 e sub holding basata in Italia con le attività estere

Milano. Il gruppo Unicredit presenta il piano industriale per i prossimi quattro e tra le novità annunciate dall’amministratore delegato, Jean Pierre Mustier, c’è l’allineamento del portafoglio dei Btp - 45 miliardi al 30 settembre di quest’anno - ai capitali allocati dal gruppo nei vari paesi in cui investe. Detto in parole povere, Unicredit ha deciso di ridurre la sensibilità alle oscillazioni dello spread sovrano e al rischio Italia dopo aver sofferto i contraccolpi della prolungata divaricazione del differenziale durante il governo gialloverde.

 

 

Questo non significa che Unicredit venderà a breve Btp - tengono a precisare fonti del gruppo - ma che via via che scadranno i titoli - italiani e di altri paesi - la composizione e i volumi del portafoglio costituito da obbligazioni del debito pubblico saranno decisi soppesando il rischio sovrano rispetto al capitale complessivamente allocato nel singolo paese. Una strategia di maggior prudenza, già avviata nel primo semestre, grazie alla quale l'istituto di credito ha ottenuto un miglioramento del rating da parte di S&P e Moody’s.

 

Per il resto, il piano industriale 2020-2023 del gruppo di Gae Aulenti prevede la riduzione di 8 mila posti di lavoro e il taglio di 500 filiali entro il 2023 con risparmio di costi per 1 miliardo (nel precedente piano i risparmi erano stati 2,2 miliardi), risorse che saranno investiti in innovazione tecnologica per il miglioramento dei processi interni. I tagli riguarderanno forza lavoro e attività di Italia, Germania e Austria. 

 

 

La promessa di Mustier - che ha escluso categoricamente operazioni di Merger and Acquisition- è generare 16 miliardi di valore per gli azionisti tra dividendi cash (6 miliardi), riacquisti di azioni (2 miliardi) e incremento di patrimonio netto (8 miliardi). Il traguardo degli utili previsto dal piano è pari a 5 miliardi al netto di eventuali oneri per operazioni straordinarie, da raggiungere attraverso una strategia industriale che non prevede grandi novità se non diventare sempre di più un punto di riferimento per le piccole e medie imprese europee e la riprogettazione della gamma di prodotti e servizi destinati ai privati. 

 

La novità più importante riguarda la struttura del gruppo attraverso la creazione di una subholding che avrà sede in Italia e non sarà quotata in cui confluiranno le attività internazionali del gruppo, soprattutto gli asset tedeschi e austriaci. Un passaggio previsto non prima del 2022 e che, come hanno già stimato gli analisti - potrebbe portare in prospettiva a rendere più flessibili - e quindi cedibili - alcune attività estere.