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La politica liberi i monopattini elettrici dalle ganasce normative

Andrea Giuricin

Perché in Italia il servizio non funziona? Come al solito, una regolazione non chiara sta bloccando lo sviluppo del business

La mobilità cambia molto velocemente grazie all’innovazione tecnologica. Una di queste nuove modalità, che si sta affermando nelle città di tutto il mondo, ci sono senza dubbio i monopattini elettrici. In realtà, in Italia, la situazione è molto più complicata che in altri paesi a causa di blocchi regolatori. Nel resto del mondo le società che noleggiano i monopattini elettrici sono in forte crescita e di fatto sono un aiuto la mobilità cittadina.

 

E’ ovvio che questi mezzi di trasporto vengano regolati ed è altrettanto ovvio che la mobilità debba essere concepita in senso intermodale. Questo significa che un monopattino non può sostituire una metropolitana, ma può diventare un ottimo strumento per fare quello che in gergo tecnico è chiamato “ultimo miglio”, vale a dire l’ultimo spostamento per arrivare a destinazione.

 

Per avere questi operatori nel mercato ci vogliono almeno due elementi di base. In primo luogo una regolazione chiara che consenta di utilizzare questi mezzi. In secondo luogo, ci vogliono anche le cosiddette economie di network, vale a dire che deve esserci una disponibilità di questi mezzi in maniera abbastanza densa affinché il servizio sia ben funzionante. L’innovazione tecnologica è simile a quella del car sharing a flusso libero: l’utente vede sulla propria app dove si trova il monopattino elettrico più vicino, lo noleggia a tempo e lo parcheggia dove vuole (entro zone delimitate, vale a dire non in mezzo alla strada).

 

Perché allora in Italia nelle grandi aree urbane questi servizi non stanno funzionando, dove tale servizio potrebbe avere il ruolo di migliorare molto la mobilità soprattutto nell’ultimo miglio? Non esistono forse economie di network? In realtà avrebbe senso economico poter sviluppare questa modalità a proprio a Milano o Roma, ma per farlo ci vuole il primo elemento che abbiamo descritto: l’aspetto regolatorio. E in Italia, come al solito, la regolazione non chiara blocca lo sviluppo del business.

 

A giugno, infatti, il ministero dei Trasporti e delle infrastrutture aveva fatto un regolamento che permetteva alle città di sperimentare il noleggio dei monopattini elettrici. Una sperimentazione che non è decollata, come’è chiaro dal fatto che non ci sono ancora servizi di questo tipo nelle grandi città. Evidentemente il regolamento è stato scritto male dal precedente ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, e per tale ragione sarebbe bene poter fare dei miglioramenti affinché gli utenti possano finalmente utilizzare i monopattini.

 

La domanda sembra essere molto elevata in tutte le città europee e americane e lo è anche nelle nostre. Nei mesi scorsi nelle città italiane erano partite alcune sperimentazioni, che avevano visto grandi investimenti da parte di molti player che hanno sviluppato questo business in tutte le città del mondo. Ma a causa del regolamento, i monopattini elettrici sono stati ritirati dalle città, causando tra le altre cose un danno economico. Non è un caso che negli ultimi mesi l’incertezza regolatoria, non solo non ha permesso lo sviluppo delle società che noleggiano i monopattini, ma ha portato a una serie di multe per gli utilizzatori privati di questi mezzi. Multe che evidenziano solo il grande buco normativo oggi esistente la necessità di fare urgenti modifiche.

 

E’ appena stato pubblicato un interessante un sondaggio fatto da Swg, società di indagine, insieme a Lime, uno dei maggiori player del settore, che evidenzia come per gli italiani i monopattini elettrici possano essere equiparati alle biciclette a pedalata assistita. Se si equiparasse l’utilizzo di questi mezzi alle biciclette elettriche, ad esempio, l’incertezza regolatoria oggi esistente, che di fatto ne blocca lo sviluppo, verrebbe meno.

La politica, comunque sia, dovrebbe prendere velocemente delle decisioni, soprattutto in questi casi in cui sono a costo zero.

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