Unicredit accelera sulla holding tedesca

Mariarosaria Marchesano

Secondo l'agenzia Bloomberg, il gruppo guidato da Mustier avrebbe comunicato alla Bce la decisione di trasferire le attività non italiane in una società in Germania per la quale si prepara anche un'ipo. Per Fidentiis servirà a realizzare fusioni e acquisizioni

Milano. Mentre Unicredit precisa che ribalterà i tassi negativi solo sulla clientela con depositi sopra un milione di euro, e non sopra centomila euro come era sembrato in un primo momento, il gruppo guidato da Jean Pierre Mustier avrebbe - secondo quanto riportato dall'agenzia Bloomberg - informato la Bce dell'intenzione di trasferire parte delle sue attività in una nuova società tedesca per la quale si prepara anche un'ipo (initial pubblic offering). La notizia - che gli investitori sembrano apprezzare visto che il titolo guadagna oltre l'1 per cento a Piazza Affari - confermale indiscrezioni delle scorse settimane secondo cui la riorganizzazione del gruppo Unicredit - che sarà ufficializzata durante il capital market day in programma per il 3 dicembre - prevederebbe la creazione di una nuova holding  che controlli tutte le attività non italiane con sede in Germania.

  

Secondo questo disegno, la sede di Unicredit rimarrebbe a Milano e la casa madre rimarrebbe quotata a Piazza Affari. Come commentano gli analisti di Fidentiis, non è chiaro il motivo per cui ciò verrebbe fatto: benefici regolamentari, minori costi di finanziamento e, ultimo ma non meno importante, il possibile utilizzo della nuova holding - una volta che sarà  quotata presumibilmente alla Borsa di Francoforte - come veicolo per realizzare operazioni di fusione e acquisizione.

    

"Riteniamo che i vantaggi rilevanti possano essere possibili tramite le minoranze, vale a dire l'uso dell'azienda come nuovo veicolo per un'ipo o un accordo di fusione e acquisizione", commenta Fidentiis in un report. "Questo può essere fatto al fine di cristallizzare il valore del business non domestico". Va ricordato che le attività di commercial banking in Germania, Austria e altri paesi europei rappresentano circa il 46 per cento della rete distributiva del gruppo bancario che quindi avrebbe non solo un assetto diverso ma anche un conto economico e patrimoniale modificato.