Il vepremier cinese Liu He (foto LaPresse)

Oggi vertice Trump-Liu He, ma è vera svolta sui dazi?

La notizia dell'incontro rasserena i mercati, anche se gli ultimi tweet della Casa Bianca alimentano dubbi

Milano. Il presidente americano Donald Trump ha annunciato che incontrerà oggi il vicepremier cinese Liu He dopo la ripresa dei negoziati commerciali cominciata ieri a Washington. I colloqui tra le delegazioni delle due superpotenze in vista del primo round dei nuovi rincari annunciati dalla Casa Bianca - che dovrebbe scattare il 15 ottobre - sarebbero andati meglio del previsto e questo ha aperto la prospettiva di un'intesa preliminare che potrebbe includere anche l'aspetto valutario (nei mesi scorsi la Casa Bianca ha accusato Pechino di manipolare lo Yuan).

 

 

Questo nuovo clima positivo ha messo di buon umore Wall Street ieri e i mercati asiatici questa notte, creando le condizioni per il rialzo delle Borse europee che si è registrato stamattina fin dalle prime battute. Piazza Affari guadagna lo 0,4 per cento a metà mattina in linea con gli altri listini europei. Ma c'è da fidarsi di Trump? Come al solito il suo ultimo tweet ("La Cina vuole un accordo, ma io?") è sufficientemente ambiguo da lasciare ampi margini d'incertezza tra gli investitori che credono fino a un certo punto che il vertice Trump-Liu He possa davvero portare a una svolta nella guerra commerciale tra i due paesi. 

 

 

In Europa, intanto, continuano a tenere banco i verbali dell'ultima riunione della Bce da cui emergono le divergenze tra il presidente Mario Draghi - al quale viene conferita oggi a Milano la laurea honoris causa dall'Università Cattolica - e alcune componenti del board della Bce sulle decisioni di politica monetaria, in particolare sul nuovo Quantitative easing e su una prolungata stagione di tassi negativi. Ma si tratta ormai di una discussione accademica a pochi giorni dal passaggio di consegne tra Draghi e Christine Lagarde (il 31 ottobre) e l'inizio di una nuova epoca per la Banca centrale europea.

 

 

Quello che maggiormente preoccupa i mercati in questa fase è il perdurare di alcuni fattori che rendono poco chiaro l'orizzonte per le scelte d'investimento, come sintetizza bene Andrea Delitala, analista di Pictet Asset Management: "In questo contesto le incertezze che gravano sulle sorti del ciclo più lungo della storia non sono da poco: quelle legate alle attese sull’esito dei prossimi incontri bilaterali tra Usa e Cina, il rallentamento delle principali economie europee, il rischio di impeachment per Trump e infine la Brexit, la cui deadline è ora fissata al 31 Ottobre ma, a meno di concessioni significative sul backstop, sembra probabile lo scenario di un’ulteriore estensione dell’art.50 per andare a nuove elezioni legislative". 

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