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Perché i mercati scommettono sulle elezioni anticipate in Italia

Mariarosaria Marchesano

Report e analisi delle banche d’affari prevedono il voto nei prossimi sei mesi. Una coalizione salviniana non sarà il male minore

Milano. Le reazioni dei mercati sono state finora abbastanza neutre rispetto ai risultati delle elezioni europee, un po’ perché la temuta avanzata populista non c’è stata e i partiti filo europei sono rimasti la forza più significativa nel Parlamento di Strasburgo, e un po’ perché gli investitori sono subito passati a valutare le altre questioni in gioco, come la conquista dei ruoli chiave in istituzioni come la Banca centrale europea e la battaglia tra l’Italia e Bruxelles per la politica fiscale. Quest’ultimo tema è arrivato a un punto cruciale con la messa in mora da parte della Commissione europea, che ha ritenuto “giustificata” una procedura d’infrazione ai danni dell’Italia. Seppure sia una fase preliminare – poiché a decidere spetta al Consiglio europeo – questo rappresenta per gli analisti finanziari il momento per verificare la tenuta della maggioranza del governo italiano in considerazione proprio dell’esito delle elezioni europee.

     

L’agenzia internazionale di rating Fitch vede probabili elezioni politiche già nel secondo semestre di quest’anno dopo il successo ottenuto dalla Lega con la conquista del 34 per cento dei consensi. Proprio questo risultato, secondo Fitch, potrebbe spingere il leader del partito, Matteo Salvini, ad andare al voto anticipato. Non è un caso che il leader leghista si stia cimentando in prove di forza come quella di paventare uno “choc fiscale” centrato su tagli alle imposte sul reddito e le società. Un’analisi della società di consulenza e ricerche inglese Capital Economics mette in evidenza che l’insistenza di Salvini su questo punto nel momento in cui si sta andando in rotta di collisione con Bruxelles sui conti pubblici, potrebbe causare ancora più problemi al paese: una tale misura, infatti, vale 30 miliardi di euro, pari all’1,7 per cento del pil, calcola Capital economics. Nonostante la sbandierata tregua tra le forze di governo, quello percepito dai mercati è, dunque, un clima di crisi politica. “Ci aspettiamo elezioni anticipate forse già nei prossimi dodici mesi – spiega Matteo Ramenghi, responsabile degli investimenti di Ubs WM – sulla carta, la prossima finestra per votare è alla fine di settembre, il che implicherebbe che l’attuale governo si dimettesse già a luglio. Avere un nuovo esecutivo in vigore permetterebbe di consegnare il bilancio alla Commissione europea entro la scadenza di metà ottobre. La coalizione di centro destra – che include Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia – raggiunge attualmente il 50 per cento, il che vuole dire che sarebbe nelle condizioni di poter formare una nuova maggioranza se si andasse oggi alle urne”.

   

Secondo Ramenghi, la reazione del mercato in questo caso “potrebbe essere positiva” perché un governo di coalizione di centrodestra potrebbe rivelarsi “più favorevole a mercati e imprese”. Ma perché un esecutivo guidato da Salvini è percepito come meno rischioso per l’Italia rispetto a uno guidato da Salvini-Di Maio? Per Ubs, una futura compagine senza M5s sarebbe considerata più omogenea e in grado di assumersi la piena responsabilità per le proprie scelte, comprese quelle sul debito. “Tuttavia, se alcune componenti di questa coalizione concentrassero la propria campagna elettorale su temi populisti, questo farebbe aumentare la volatilità delle attività italiane per diversi mesi facendo scappare gli investitori che non sono già scappati”, chiarisce Ramenghi, analista attento all’ascesa dei partiti populisti. Il suo parere è che il vero “choc” per l’Italia, è che, data la prolungata incertezza politica, lo stato paga agli investitori un premio sui titoli decennali pari al 2,6 per cento, mentre la Spagna paga lo 0,6 per cento e il Portogallo lo 0,7 per cento. “Siamo vicinissimi alla Grecia – dice – che paga il 2,9 per cento e due punti sopra i paesi iberici”. Secondo Capital Economics, invece, “per quella coalizione (di centrodestra) sarebbe ancora più probabile uno scontro più duro con l’Ue rispetto all’attuale governo”.