Lego House competition (foto LaPresse)

Il vantaggio di Airbnb

Ugo Bertone

Rivoluzione nel modo di fare le vacanze ed effetti positivi sull’inflazione, nonostante le contestazioni

Milano. Se non puoi battere il nemico, prova a imitarlo. È quel che ha deciso Marriott International, colosso mondiale dell’industria alberghiera, che ha annunciato la settimana scorsa la nascita di Homes & Villas, una società che si propone di offrire case e appartamenti (2 mila circa tra Europa e Stati Uniti, tanto per cominciare) in affitto temporaneo, secondo modalità in tutto e per tutto simili a quelle di Airbnb, il “nemico” che ha emesso a soqquadro gli equilibri dell’offerta del turismo a livello mondiale. La mossa di Marriott segna una svolta: finora, sia al di qua sia al di là dell’Atlantico, i Big del settore hanno combattuto senza quartiere l’avanzata implacabile dei “barbari” in vari modi: dall’alleanza con le autorità locali, allarmate dalla difficoltà di far pagare le tasse agli affittuari all’azione delle lobby degli albergatori, che hanno contestato un po’ ovunque la “concorrenza sleale” del sito, ai vari programmi fedeltà lanciati da Accor o Intercontinental con l’obiettivo di convincere i turisti a non tradire l’accoglienza tradizionale.

 

Ma la formula scovata quasi per caso da tre ragazzi ex compagni di scuola di San Francisco si è rivelata imbattibile. Anche perché, a poco a poco, si allargano le brecce nel muro dei tribunali. La Corte di giustizia di Bruxelles ha appena messo un’opinione (che ha il valore della dottrina) che ha bocciato la legge francese che equipara il contratto di Airbnb all’equo canone. Intanto, spiega il Wall Street Journal, gli economisti provano a misurare l’effetto sull’inflazione: il risparmio generato dall’economia digitale è pari ad almeno un punto e mezzo del pil. Mica male per un’idea come quella di Airbnb. 

 

La storia comincia nell’ottobre 2007, gli alberghi della città erano strapieni, causa la richiesta dei partecipanti a un congresso di esperti di design. Di qui la decisione di tre giovani in difficoltà con l’affitto, Brian Chesky, Joe Gebbia e Nathan Blecharczyk, di cedere temporaneamente il proprio appartamento dietro un congruo compenso. Una soluzione che ha molti precedenti nella storia (basti pensare, senza intenti blasfemi, alla capanna di Betlemme) ma che, complici le potenzialità offerte dall’economia digitale, si è trasformata in pochi anni in una macchina da guerra. Dopo meno di tre anni dalla nascita, Aibnb ha potuto festeggiare la cifra di un milione di notti prenotate, prima tappa di un’espansione per ora senza confini: l’ex start up, a oggi possiede catene di alberghi che vanno dall’extra lusso ai prezzi più abbordabili (ultimo acquisto in ordine di tempo l’indiana Oyo Hotels), siti di prenotazioni per viaggi e soggiorni un po’ ovunque compreso, ultimo arrivato,  Hotel Tonight, un indirizzo web per la prenotazione di camere d’albergo dell’ultimo minuto. E presto nascerà una compagnia aerea preceduta dallo scontato ingresso a Wall Street a una valutazione di almeno 31 miliardi di dollari, quanto pagato in occasione dell’ultimo collocamento delle azioni presso i big, secondo il copione già seguito da Uber.

 

E così, come Uber può cambiare il modo di viaggiare in città, Airbnb promette di rivoluzionare la geografia del paesaggio urbano. Non solo negli Stati Uniti, ma anche in Italia. L’ultimo immobiliare.it  sui canoni richiesti dai proprietari per contratti di lunga durata conferma il cambiamento in atto. A partire da Milano, dove chi cerca casa deve fare i conti con un’offerta in diminuzione (meno 5 per cento) non perché manchino persone disposte ad affittare, ma perché l’offerta si sta spostando decisamente verso le locazioni brevi.  Secondo il sito specializzato inside airbnb.com a marzo le case in affitto grazie al campione dell’economia digitale erano 18.366 e va considerato che quella piattaforma, pur essendo la più utilizzata, certo non raccoglie tutta l’offerta del popolo di Airbnb, che detta nuove regole per nuovi bisogni. Nella metropoli lombarda la crescita degli affitti vede in testa la zona Garibaldi, caposaldo dell’economia digitale e dell’offerta fashion che batte il tradizionale quadrilatero. Ma merita attenzione un boom dell’offerta nelle zone più vicine agli ospedali, le mete più ambite per chi deve assistere un paziente. E a Firenze, altra città dove gli affitti brevi guidano il mercato grazie alla domanda dei visitatori, ci sono canoni più alti di Roma. C’è chi guarda con sospetto alla novità, che rischia di sconvolgere gli equilibri dei quartieri. C’è del vero ma merita una riflessione la scelta di Marriott: quando non puoi fermare i barbari, cerca di adattarti.

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