La Camera vota sul salvataggio di Carige

Mariarosaria Marchesano

Il decreto dovrebbe essere approvato dall'Aula di Montecitorio per poi passare al Senato: via libera definitivo entro il 5 marzo. Borse Ue ottimiste sull'intesa per evitare lo shutdown

Milano. È atteso per oggi alla Camera il voto finale sul decreto legge per il salvataggio di Banca Carige, il cui titolo è sospeso in Borsa dallo scorso dicembre. Ieri l'Aula di Montecitorio ha concluso l'esame degli emendamenti, respingendoli tutti (unico sì a una correzione proposta dalla commissione Finanze), il via libera è atteso in giornata, quindi il provvedimento passerà al Senato che dovrebbe approvarlo definitivamente entro il 5 marzo. Intanto, l'istituto di credito fa sapere che il 27 febbraio, a Genova, sarà presentato il nuovo business plan della banca, con i commissari straordinari Fabio Innocenzi, Pietro Modiano e Raffaele Lener.

 

Intanto le Borse europee si mostrano ottimiste grazie alle attese più che positive per l'apertura di Wall Street e sulla scia dei mercati asiatici. Il colpo di scena è arrivato ieri notte dal Congresso a poche ore da una chiusura piatta del listino americano: Repubblicani e Democratici hanno trovato un accordo per evitare un nuovo shutdown. Anche se l'intesa, che offre al presidente Donald Trump molto meno di quanto da lui richiesto per costruire il muro al confine con il Messico (circa 1,4 miliardi di dollari invece di 5,7 miliardi), non ha ancora ottenuto l'approvazione della Casa Bianca. I mercati tendono a pensare che sia comunque sufficiente per evitare un altro blocco delle attività federali. E questo insieme alla speranza, ritrovata, di un possibile accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina prima della scadenza del 2 marzo (Trump ha dichiarato che è disposto a una proroga della tregua sottoscritta il primo dicembre 2018), infonde fiducia agli investitori. 

 

In questo contesto, Piazza Affari guadagna lo 0,7 per cento sotto i 20 mila punti con lo spread che è sceso a 273 punti base rispetto ai livelli superiori a 290 toccati nei giorni scorsi. Secondo Giuseppe Sersale, strategist basato a New York di Anthilia sgr, “il focus degli investitori si sta anche concentrando sulle prospettive del governo, dopo il risultato elettorale in Abruzzo. Un'eventuale svolta in direzione radicale del Movimento 5 Stelle chiesta da molti esponenti, potrebbe metterlo in rotta di collisione con la Lega non solo sulla Tav, ma anche in relazione al voto in parlamento sull'autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini, che dovrebbe essere prevista per il 23 febbraio. Le possibilità di una rottura stanno aumentando, a mio modo di vedere. Sospetto che ai mercati non dispiacerebbe, sebbene non sia un chiaro 'positive'”.

 

Intanto, sul listino milanese i titoli del settore bancario continuano a beneficiare dei risultati positivi degli Srep (i testi sulla solidità patrimoniale effettuati dalla vigilanza europea) e della riduzione dello spread accompagnato dalla minor pressione sui rendimenti dei titoli di stato nelle ultime aste. Tra le banche più premiate oggi si segnala Unicredit, che secondo Mf-Milano Finanza potrebbe mettere sul mercato a breve tre portafogli di non performing loans per un valore nominale di 2,5 miliardi di euro, Ubi e soprattutto Banco Bpm, promossa da Citigroup da neutral a buy con un prezzo obiettivo rivisto da 2,25 a 2,6 euro. Gli analisti della banca d'affari, citati dall'agenzia Mf-DowJones, si attendono che quello in corso sarà l'anno del turnaround per Banco Bpm, visto che il gruppo ha significativamente migliorato la sua qualità dell'attivo e ha iniziato a ristabilire la sua posizione di capitale; l'ultima tappa di questo percorso è il miglioramento della redditività. Tra i fattori di rischio richiamati da Citi c'è il contesto macro italiano. Seduta positiva anche per Mps, che intende collocare parte rimanente del bond Tier2 - necessario anche per il rafforzamento dei requisiti patrimoniali - appena il mercato offrirà una finestra utile con prezzi ragionevoli, cosa che, peraltro, la banca pubblica sta ripetendo da tempo. Mps conta anche di superare quest'anno il target di riduzione di 2 miliardi di euro di crediti unlikely to pay.