Foto dal profilo Instagram di Chiara Ferragni

Alitalia, più degli influencer preoccupiamoci dei soldi che ci deve

Redazione

Aperta un’istruttoria Antitrust su Ferragnez & Co. mentre il prestito ponte diventa a fondo perduto
 

L’Antritrust, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, ha aperto un’istruttoria su Alitalia a carico della alla stilista Alberta Ferretti e di alcuni “noti influencer” tra i quali l’immancabile Chiara Ferragni e Martina Colombari, Alessia Marcuzzi, Federico Fontana. L’indagine, partita dalla segnalazione dell’Unione consumatori, deve accertare se felpe, altri gadget o citazioni del logo della compagnia aerea abbiano indotto la gente a precipitarsi a comprare biglietti Alitalia, magari a discapito di offerte migliori e della concorrenza.

   

In attesa che l’autorità metta sotto inchiesta le felpe di Matteo Salvini e il papa, i cui frequenti viaggi con Alitalia non possono non destare sospetti, come viaggiatori e contribuenti siamo tutti più rassicurati. E’ noto infatti che per comprare un biglietto aereo non andiamo su skyscanner o altri siti che propongono le offerte migliori, ma ci basiamo sulle imbeccate della sposa di Fedez o della (ormai in scadenza) presentatrice delle Iene. Egualmente il danno provocato alle nostre tasche dalla pubblicità occulta supera di gran lunga quello del prestito ponte concesso ad Alitalia il 26 aprile 2017, dall’allora governo Gentiloni per superare le “momentanee” turbolenze con Etihad, e giunto proprio oggi al terzo rinnovo. Partito con 400 milioni, siamo ormai a 900 e oltre. Accompagnato dalla garanzia “è esclusa la rinazionalizzazione”, dovrebbe secondo il contratto gialloverde pilotare l’Alitalia al ritorno allo status di compagnia di bandiera, cioè a maggioranza pubblica. A meno che non si trovi – e non lo trovi soprattutto il ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio titolare del dossier – un partner straniero disposto a prendersi in carico dipendenti, costi e strategicità tricolore dell’azienda. Per ora non c’è la fila: Lufthansa interverrebbe alle proprie condizioni, cioè con una profonda ristrutturazione, e così Easyjet e Delta. D’altra parte Di Maio tranquillizza che “esiste un’offerta vincolante delle Ferrovie”, con quanto entusiasmo dei nuovi vertici delle Fs nominati dal governo si può immaginare. Nel frattempo gli italiani, che volino o meno, neonati o novantenni, sono a tempo indefinito creditori ad Alitalia di 17 euro a testa. Sotto l’occhio solerte dell’Unione consumatori. Ma già, c’è la Ferragni. 
 

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