I paesi periferici, più bisognosi, sono destinati a perdere peso, mentre la Germania aumenterà il suo (Foto LaPresse)

Un automatismo frammenta l'Eurozona

Redazione

La revisione del “capital key” della Bce allarga la divergenza tra nord e sud

Se la divergenza tra paesi del nord e del sud è un difetto congenito della zona euro, anziché essere corretto verrà paradossalmente accentuato. E’ stato ricalcolato il “capital key” della Banca centrale europea come avviene ogni cinque anni. Il “capital key” era originariamente progettato per determinare la quota di capitale che ciascun paese membro, attraverso la Banca centrale nazionale, dovrebbe fornire all’Istituto con sede a Francoforte. La quota si basa sulla dimensione delle singole economie e sulla popolazione del paese membro all’interno dell’Unione europea, in quanto espressione della potenza degli stati. Una volta era un argomento per tecnici e osservatori specializzati ma è diventato estremamente rilevante da quando la Bce ha inaugurato il Quantitative easing, l’acquisto di titoli pubblici, nel 2015. La misura serve a determinare in che modo gli acquisti di obbligazioni sono divisi tra le nazioni della zona euro, e le ultime revisioni decidono per chi aumenteranno e per chi diminuiranno. Bene, i paesi periferici, più bisognosi, sono destinati a perdere peso, mentre la Germania aumenterà il suo.

 

Rispetto al 2013, la quota della Spagna calerà di 0,6 punti percentuali all’11,98 per cento. Quella dell’Italia calerà dello 0,5 per cento al 16,95 per cento, benché diversi osservatori si aspettassero una contrazione maggiore. La Germania, nota Reuters, trarrà il massimo beneficio dalla revisione con la sua quota che sale di 0,8 punti percentuali al 26,38 per cento. Se la popolazione tedesca e quella italiana non sono variate molto, il divario di crescita è stato notevole. Per il Tesoro italiano sarà un ulteriore problema, oltre all’aumento dello spread. Parte dei 350 miliardi di titoli di stato italiani in mano alla Bce scadranno nel 2019 e dovranno essere rinnovati in base alle nuove quote di “capital key”. Bloomberg Economics ha calcolato che il reinvestimento in titoli italiani sarà inferiore di un miliardo circa rispetto alle previsioni. Il Tesoro dovrà trovare un modo per reperire queste risorse sul mercato, in una condizione di handicap determinata dal rischio politico che è accentuato dalle contraddittorie intenzioni del governo gialloverde.

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