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Manovra in alto mare, Borsa incerta

Mariarosaria Marchesano

Gli investitori tornano a essere cauti. Il Ftse Mib guadagna lo 0,2 per cento e lo spread si assesta sopra 290 punti base. I mercati si interrogano sulle nuove mosse di Trump con la Cina e sulla fine del Qe

Milano. Borse europee incerte oggi, strette tra tensioni internazionali e fine del Quantitative easing. Piazza Affari rompe gli indugi e per prima vira in positivo, ma resta cauta sulla direzione da prendere. Lo spread, dopo essere sceso ieri a 280 punti base, è tornato sopra i 290, a riprova del fatto che gli investitori hanno concesso un'apertura di credito nei confronti dell'Italia che cerca l'intesa con Bruxelles sulla manovra economica, ma non sono convinti fino in fondo sull'esito del confronto e le prospettive che si aprono. Intanto, sono due i grandi temi che dominano i mercati: la guerra commerciale e la politica della Bce sugli acquisti. Dopo il forte rialzo di ieri, oggi il Ftze Mib guadagna lo 0,1 per cento dopo le prime due ore di contrattazioni.

   

Tra le nuove bordate di Trump e la fine del Qe

A quattro giorni dal G20, il presidente americano Donald Trump ha dichiarato di voler continuare con l'aumento dei livelli tariffari su 200 miliardi di dollari di beni cinesi, dal 10 per cento al 25 per cento. In un'intervista al Wall Street Journal, Trump ha affermato che se i negoziati non si risolveranno, egli inserirà ulteriori tariffe anche sul resto delle importazioni cinesi, non soggette attualmente a dazi. Secondo il governo di Pechino, la priorità dell'incontro tra Trump e il presidente cinese, Xi Jinping (previsto per il 29 novembre) sarà quella di convincere gli Stati Uniti a sospendere l'aumento delle tariffe previsto per il primo gennaio. "E' altamente improbabile che gli Usa accettino. L'unico compromesso sarebbe l'apertura del loro paese alla concorrenza americana", ha detto Trump. Ieri, nella sua ultima audizione davanti al Parlamento europeo, il presidente della Bce, Mario Drgahi, ha confermato che il consiglio direttivo interromperà gli acquisti netti di obbligazioni sui mercati, considerando in parte temporaneo il rallentamento economico che emerge dalle ultime rilevazioni. Riferendosi alle discussioni sulla riforma della zona euro, Draghi ha dato il suo appoggio all'idea franco-tedesca di un bilancio della zona euro. Sulla trattativa tra governo italiano e commissione europea sul bilancio, infine, ha dichiarato di essere fiducioso in un accordo

   

Manovra in bilico tra il 2 e il 2,2 per cento di deficit

Secondo quanto riportato da Repubblica, l'esecutivo di Giuseppe Conte avrebbe chiesto ai vertici di Bruxelles di allungare i tempi della procedura d'infrazione, che ormai appare certa, rinviandola a dopo le elezioni europee. Ma per ottenere il via libera da parte di Jean Claude Juncker occorrerà far scendere il deficit previsto dalla manovra di qualche decimale (l'auspicio della Commissione sarebbe di scendere al 2 per cento, ma per ora il governo si starebbe concentrando sul 2,2 per cento). Non bastano, quindi, dei semplici ritocchi ma occorrono delle modifiche sostanziali. In questo contesto, la Lega sarebbe pronta ai tagli sui fondi per le pensioni, mentre il Movimento 5Stelle non avrebbe intenzione di fare passi indietro sul reddito di cittadinanza. Intanto, però, il vice premier Matteo Salvini stamattina ha confermato che per la legge di Bilancio non ci sarà un nuovo documento del governo e che le modifiche potranno essere apportate solo dal Parlamento dove la manovra è in discussione.

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