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Le accise sulla benzina restano e la Lega latita

Maria Carla Sicilia

Respinto un emendamento del Pd in commissione Bilancio. Nella manovra non c'è spazio per la promessa di Salvini 

Per ridurre “la tassa più alta d'Europa sulla benzina” (copyright Matteo Salvini) il governo prende tempo. Doveva essere il primo provvedimento da portare in Consiglio dei ministri, secondo il capo della Lega, ma a sei mesi dall'insediamento dell'esecutivo gialloverde il tema sembra aver perso priorità. Le carte sono state scoperte ieri, quando in commissione Bilancio la maggioranza ha respinto un emendamento presentato dal Partito democratico alla manovra che chiedeva una riduzione di due centesimi al litro sull'accisa di diesel e benzina. Il mancato gettito per lo stato sarebbe stato recuperato, secondo quanto previsto nell'emendamento, dal taglio delle auto blu, altro promessa simbolo della campagna elettorale però in quota Movimento 5 stelle. 

    

“La riduzione delle accise sui carburanti rappresenta senza dubbio un obiettivo del governo che sarà realizzato nell’arco della legislatura”, ha detto la relatrice del provvedimento, la leghista Silvana Andreina Comaroli, rispondendo al deputato dem Luigi Marattin, che chiedeva i motivi del parere contrario sull'emendamento di Alessia Rotta. La ragione, ha spiegato Comaroli, dipende da “considerazioni relative all’equilibrio contabile: al fine di rispettare i parametri europei, come richiesto anche dall’opposizione, si rende necessario intervenire per gradi nella riduzione delle accise sui carburanti” e per il momento il governo “ritiene prioritario limitare il proprio intervento al settore dell’autotrasporto”. “Le accise sui carburanti sono ancora al vaglio del governo – ha poi detto la sottosegretaria all'Economia, Laura Castelli (M5s) – che sta svolgendo una ricognizione dettagliata in materia”. 

     

Secondo i calcoli di Staffetta Quotidiana, la proposta della Lega in campagna elettorale costerebbe circa 1,5 miliardi in termini di mancati gettiti. Una cifra che oggi il governo non può permettersi di perdere visto che ha deciso di scommettere su altre misure previste dal contratto, su cui la maggioranza già fatica a trovare le necessarie coperture. Salvini aveva promesso di eliminare sette componenti dell'accisa sulla benzina – anche se come spiega Staffetta le accise non hanno componenti – per un totale di 11,3 centesimi al litro. “Se vinco le elezioni faccio giustizia e taglio. Una tassa di ottant'anni fa con me non esisterà più”, diceva il vicepremier alla vigilia delle elezioni riferendosi all'accisa di 0,000981 centesimi introdotta per finanziare la guerra in Etiopia. Per il momento, però, con Salvini vicepremier, le accise (r)esistono. 

     

    

Come se non bastasse l'Italia è il paese che paga il prezzo più alto in Europa per fare il pieno di benzina. E questo nonostante, al contrario di quello che dice Salvini, le tasse non siano le più care. In percentuale rispetto al prezzo finale, accise e Iva pesano nel nostro paese per il 63 per cento, una percentuale molto alta ma inferiore a quella di Francia e Grecia, dove si arriva al 64 per cento, e dell'Olanda, pari al 67 per cento. Il pieno però costa di meno in tutti e tre i paesi, Francia compresa, dove i gilet gialli protestano per i prossimi rincari introdotti da Emmanuel Macron. I dati sono quelli dell'ultimo Oil Bullettin della Commissione europea e si basano su una rilevazione del 19 novembre. La mappa sotto mostra il confronto tra tutti i paesi europei per incidenza fiscale e prezzo finale. 

      

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