Martin van Reymerswaele, Il banchiere

Cercasi Marchionne in finanza

Redazione
Il capitalismo finanziario italiano ha avuto momenti di dinamismo (le privatizzazioni anni 90), delle stagioni movimentate (la creazione dei campioni nazionali d’inizio millennio), ma sono stati dei “coiti interrotti” dal punto di vista della creazione d’una classe di finanzieri autoctona e resistente alle intemperie della crisi.

Il capitalismo finanziario italiano ha avuto momenti di dinamismo (le privatizzazioni anni 90), delle stagioni movimentate (la creazione dei campioni nazionali d’inizio millennio), ma sono stati dei “coiti interrotti” dal punto di vista della creazione d’una classe di finanzieri autoctona e resistente alle intemperie della crisi. La finanza sta ancora aspettando un personaggio capace di creare una rupture di magnitudo simile a quella prodotta da Sergio Marchionne nella manifattura automobilistica con l’espansione globale di Fiat in barba alle corporazioni sindacali di imprenditori e lavoratori.

 

In questa transizione, i bastioni della finanza sono dati in affidamento a manager francesi che emergono quando la Corporate Italia abdica. Lo zucchero Eridania passerà da Maccaferri ai francesi di Cristal Union. Generali ha rotto con Mario Greco e Philippe Donnet è andato in plancia. Unicredit ha superato una lunga crisi di leadership scegliendo Jean-Pierre Mustier, l’usato sicuro che sa di compromesso; gradito sia alle fondazioni sia agli investitori esteri che sono maggioritari. Con la fine di Telco Vincent Bolloré s’è tuffato in Telecom Italia attraverso Telefónica. Il “salotto” langue. Alla Rizzoli-Corriere della Sera i vecchi padroni, Elkann-Agnelli, avevano messo al comando l’inconsistente Scott Jovane per poi lasciare la nave. La disputa per Rcs è ora una lotta per la sopravvivenza tra Cairo, che deve fare il salto come editore, e Nagel di Mediobanca, chiuso nel labirinto mediatico-finanziario per non cadere nell’irrilevanza. La “finanza cattolica” non sta meglio: comanda Guzzetti ma non ha eredi. Italia paese di bancari, in cui i banchieri son pochi.