Tutte le difficoltà di Draghi, in un solo grafico

Andrea Montanino

Un'elaborazione dell'Atlantic Council sul debito privato delle aziende non finanziarie. Una montagna che soltanto la politica può scalare

 

Lo scorso 3 dicembre, il presidente della Banca centrale europea (Bce), Mario Draghi, ha annunciato che il Quantitative easing (Qe) continuerà, accompagnando l'Unione europea sulla strada della ripresa.

 


Questa infografica è pubblicata anche sul sito dell'Atlantic Council


 

Il Qe espande la liquidità in circolazione creando monetà aggiuntiva e acquistando titoli di stato, nel tentativo di spingere il tasso d'inflazione fino all'obiettivo statutario della Bce, vicino al 2 per cento. La Bce ha iniziato a remare in questa direzione l'anno scorso, riducendo i tassi d'interesse fino allo 0,05 per cento e avviando il vero e proprio Qe nel marzo 2015. A maggior ragione ora che Francoforte estende anche nel tempo il Qe, è legittimo chiedersi: sarà abbastanza? La risposta è: molto probabilmente, no.

 

I paesi europei devono compiere scelte politiche perché la sola politica monetaria non può supplire alla mancanza delle necessarie riforme strutturali. Osservare il livello del debito privato delle imprese non finanziarie, comparandolo al pil, ci fornisce un indicatore imperfetto dei profondi cambiamenti che occorrono in Europa.  Nell'intera Eurozona il debito delle aziende è pari all'80 per cento del pil complessivamente considerato, con paesi come la Spagna (108 per cento) e la Francia (121 per cento) che si trovano in situazioni particolarmente critiche. Un tema, questo, che – associato alle grandi quantità di crediti deteriorati – richiede azioni politiche incisive. Senza di queste, non ci sarà Qe al mondo che potrà funzionare come toccasana.

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